Quest’estate abbiamo dato i numeri. Non solo per il caldo esagerato, non solo per via del dibattito che si è aperto (finalmente!) sul mondo del lavoro – quanti i contratti pirata, quanti sarebbero coperti dal salario minimo, quale la soglia giusta di retribuzione etc – ma anche naturalmente per il tradizionale bilancio sui flussi turistici.
Roboanti servizi tv ci hanno spiegato di autostrade intasate, spiagge prese d’assalto, l’Italia del turismo che dà il meglio di sé. La narrazione dell’esodo e contro-esodo ha scandito le fasi del nostro agosto.
Tra il flusso di “turisti” che vanno e vengono nel nostro Pese, c’è però una percentuale significativa di giovani che però in Italia ci sono nati, e agosto è solo il mese dove certo, la vacanza se la fanno, ma tornando “al paese loro” tra le braccia dei propri genitori. Ci sono anche loro nel controesodo, destinati però a superare la frontiera e a tornarsene nei più svariati paesi del mondo.
Quanti sono questi giovani?
Non è facile contarli tutti. L’ISTAT calcola che le ragazze e i ragazzi fra i 25 e i 34 anni espatriati fra 2012 e 2021 sono circa 337mila, di cui oltre 120mila laureati. Siamo sulla strada giusta per raggiungere il mezzo milione in pochissimo tempo. Numeri spaventosi.
“I coetanei rimpatriati nello stesso periodo sono 94mila, di cui 41 mila laureati. Il saldo è comunque negativo e si può affermare che l’Italia abbia perso 79mila giovani laureati in dieci anni”.
Se volessimo parlare di meriti e bisogni, ne consegue che il nostro sistema-paese non riconosce sistematicamente il merito di ottantamila laureati e non soddisfa i bisogni di milioni e milioni di italiani: eh sì perché questi giovani che vanno all’estero sono spesso medici, ingegneri, informatici… professionisti di cui abbiamo bisogno come il pane. Loro vanno a trovare lavori sicuri, e stipendi molto più alti, mentre il nostro Paese si impoverisce.
Non è solo una questione Nord vs Sud perché anche la “grande Milano” non fa eccezione. Un tema di cui si sta occupando Adesso, un progetto di media activism che si ispira proprio al nostro socialismo riformista, e che i giovani milanesi li è andati ad intervistare.
Le risposte le giudicherete voi.
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