Ci vendemmia il sole
Chiudiamo gli occhi
per vedere nuotare in un lago
infinite promesse.
Giuseppe Ungaretti
Ciao bastardo, sono io, quella voce che di tanto in tanto tornerà a trovarti. Non ti preoccupare, non ti darò il tormento, che senso avrebbe ripagarti con la stessa moneta, che senso avrebbe tormentare te, piuttosto che cercare di lenire quell’urlo di dolore, così profondo e straziante, che hai provocato in chi mi ha amato davvero?
Vedi, bastardo, non mi avrai neanche qui, non sarò il tuo tormento perché accanto a te, nemmeno la forza e la violenza sono riuscite a tenermi. Ti stanno cercando, chissà che hai deciso. Ti sei trovato davanti il bivio: la scelta se essere codardo o se confermarti vigliacco. Una scelta impegnativa, non c’è che dire e io, nonostante tutto, provo profonda pietà per te.
Come è strano aver condiviso così tanto, anche questa esperienza. Raccontami, voglio saper come è stato, cosa hai provato, sono le due opposte angolazioni, dei medesimi minuti. E’ stato veloce… all’inizio; quegli strattoni e i tuoi occhi, quegli occhi luccicanti della follia di un perdente, di un poveraccio. E quel coltello… cosa si prova quando senti che penetra la carne? Quando il sangue inizia copioso a scorrere, dove si trova il coraggio di sfilarlo e infilarlo ancora?
La vuoi sapere la verità? Sei tu che hai perso. Lo spavento è durato un attimo. Poi è arrivato un po’ di freddo e tutto quello che tu hai vissuto ferocemente, sudando, con quegli occhi sgranati e il viso paonazzo; quando il tuo io nascosto, ma non invisibile, si è presentato, io non l’ho visto perchè io pensavo a te. Non sentivo niente di quel che facevi o provavi, eri solo.
Ho visto il tuo mondo, ho pensato ai tuoi amici e alla tua famiglia. Sarà certo una sofferenza per loro ma, mi chiedo, come sia possibile che ogni volta nessuno si accorga di niente. Quelle madri, che fiere affermano di capire se il figlio ha anche solo una mezza linea di febbre, un po’ di mal di testa, non vedono più niente quando poi la perdete, quella testa..
Sai, non è possibile perchè, se l’ha visto mia sorella, l’hanno visto tanti padri e tante madri che, se non hanno armato te, e i tuoi miserevoli compari, quel cassetto dei coltelli non l’hanno però adeguatamente sorvegliato. Non so cosa hai combinato e quante volte mi hai colpito, stavo pensando ad altro.
Mentre decidi la mia tomba che, buia e limacciosa ti rassomiglia, io penso all’amore che ho dato e ho ricevuto su questa terra. Il mio corpo si abbandona nella tua oscurità, mentre la mia anima raggiunge il sole e nei suoi raggi va a riscaldare d’amore tutte le mie persone, tutte le mie gioie, tutte le bellezze, e in tutte queste non ci sei tu.
Hai scelto la mia tomba ma a me, non mi hai avuta mai.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
12 commenti
Stupendo e commovente articolo di condanna senza pietà di un miserevole assassino. Complimenti Rossella
Ti abbraccio forte <3
Povera ragazza.
Felicitazioni per l’articolo
Grazie mille x l’articolo
Presto per romanzare, E’ ancora calda come si dice da noi
Il commento fuori luogo di chi non capisce deve sempre esserci… macchè romanzare
Dimostrazione del grande coraggio di una donna orgogliosa che non scende a patti a costo di morire!
Su Giulia Cecchettin siete tutti molto fuori strada, ma perfettamente instradati in ciò che vuole il sistema: continuare a portare divisione nella società e ulteriore caos.
Bastardo è una parola che non andrebbe pronunciata a sproposito, specie senza avere le idee chiare su ciò che è realmente avvenuto, e se la D.ssa Pera avrà voglia un giorno di investigare sulla vicenda, scoprirà le incongruenze che la stessa presenta fin dal primo giorno.
L’emotività facile non porta mai alla verità.
Piuttosto, vorrei sapere cosa ne pensa la D.ssa Pera del libro per bambini “Anche I mostri si lavano i denti” trovato accanto al corpo di Giulia, si dice.
Dimostrazione di una donna orgogliosa di grande coraggio che non scende a patti con la forza a costo di morire!
Oltre il dolore e lo sgomento è necessario riprendere un comandamento che sembra scomparso dal cuore di questa umanità: non uccidere.
Provo una vergogna senza limiti per la tragica fine di Giulia. Dimostra una società sfarinata dove conta solo il proprio interesse e non vede nel prossimo un simile con uguali diritti ed uguali doveri. Va trovato un nuovo Umanesimo nella famiglia, nella scuola, nella politica, e in noi stessi.
L’assassino di Giulia non è un mostro è il figlio sano di una mentalità e di un sistema sociale dove, al di là delle parole, delle leggi sulla parità, di fatto gli uomini hanno potere sulle donne e quel potere non hanno alcuna intenzione di cedere. Del resto che ci sia bisogno di leggi sulla parità tra uomo e donna la dice lunga su come siamo ancora in pieno regime patriarcale.