di Francesco Ruvinetti.
Speravo nella vittoria del residuo dei riformisti nel PD, ha vinto la Schleyn e penso sia un disastro per la sinistra socialista, riformista e liberale. I primi a pagare quella che viene chiamata (sic!) una rivoluzione, saranno i poveri ucraini che verranno sacrificati sull’altare di un pacifismo imbelle che sacrifica la libertà alla bolletta del gas. Una sinistra che facendosi pacifista rinnega le ragioni stesse del suo esistere: la libertà e il sacro diritto alla resistenza, diritti sanciti dalla Dichiarazione di Indipendenza Americana nel 1776 e da quella dei Diritti dell’Uomo del Cittadino della rivoluzione francese. Furono in nostri eroi risorgimentali a prendere in mano quella bandiera e sventolarla nelle lotte per liberare il paese dallo straniero. Filippo Turati sull’onda di queste lotte fece nascere il movimento operaio italiano. Con la Schleyn ritorna l’andare oltre di Occhettiana memoria, nè comunismo, nè socialdemocrazia, un misto del nulla teorico e politico; un radicalismo che respinge il riformismo praticato per tutto il XX° secolo dai socialisti italiani e dalle socialdemocrazie europee, oggi tutte unite nel difendere il diritto all’esistenza dell’Ucraina. Quella di Schleyn, in realtà non è sinistra, ma il suo rinnegamento. Si dirà che è presto per trarre conclusioni così radicali. Se mi sbaglio farò ammenda, ma quello che oggi mi appare è il funerale della sinistra. Per altro verso si apre un’autostrada per una forza socialista riformista e liberale. Occorre iniziare un processo per la sua formazione nel concreto della lotta internazionale per la libertà, per l’occidente e contro Russia, Cina, Iran e Corea del Nord che minano nel concreto la democrazia nel mondo. Cominciamo a tessere le fila, cerchiamo nuovi e vecchi leader per parlare al popolo italiano. E’ l’ora della lotta e della rinascita.