Veramente nel testo originale suonava in maniera diversa. E già perché, quando nel 1963 Garinei e Giovannini scrissero “Rugantino”, l’aria musicata da Trovajoli cantava una invocazione a Roma, città magica e seducente, affinché sciogliendo le resistenze di Rosetta aiutasse Rugantino a conquistarla.
La citazione ci azzecca perché sora Giorgia è romanaccia almeno quanto la stessa Rosetta, ma più che la stupida, fa la vittima.
Mezzo piagnucolante e mezzo “schiena dritta”, come il più impavido dei guerrieri spartani, Giorgia ieri, dopo aver dato la sola alla kermesse del Brancaccio, organizzata dai gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia per celebrare il primo anno di governo del paese, ha fatto circolare il suo “Meloni pensiero”.
Desiderava stare con la figlia dopo le vicende familiari.
“Anch’io sono un essere umano e se c’è qualcuno a cui posso chiedere comprensione sono i militanti”, ha piagnucolato in un video preregistrato.
E fin qui nulla quaestio, anzi, tutta la nostra solidarietà anche se quel salame, che è stato talmente buzzurro da riuscire a svilire la nobile arte del “provolone”, cantata pure da Ovidio, a banale “siero” per le mozzarelle di bufala, in fondo se l’è scelto lei e non è che prima dovesse essere poi tanto diverso.
Ma di seguito, nello stesso messaggio, contrattacca: “Sono fiera di quanto fatto, fiera della compattezza del governo. Ho sempre camminato a testa alta, non sono scesa a compromessi. La cattiveria e i metodi che usano per indebolirci hanno raggiunto vette mai viste prima”.
‘Sta sparata da “libro Cuore”, da vittima o, peggio ancora, da martire della crudeltà nemica è semplicemente patetica.
Innanzitutto perché di cosa caspita dovrebbe essere o andare fiera non s’è capito.
È salita a Palazzo Chigi dopo proclami e squilli di sacri bronzi con i quali aveva promesso che avrebbe rivoltato l’Italia come un pedalino (spero non di quell’incapace che le stava accanto) cancellando tutto il passato, compresi i mesi di Draghi che è stato il miglior Premier degli ultimi 30 anni, per trasformare l’Italia nel miglior paese del mondo.
E invece stiamo peggio di prima.
Lo stato non funziona; la burocrazia è sempre più una piovra padrona del sistema; la sanità è peggio di prima; l’economia va a rotoli stretta a tenaglia tra la pressione di un fisco che non è stato riformato e i costi dei prodotti, anzi di tutto, che vanno alle stelle per i prezzi della benzina che, nonostante i suoi siparietti su youtube (suoi e di quell’altro baccalà del suo vice-premier milanese), non sono stati capaci di depurarli dalle accise; il lavoro manca e i giovani continuano a espatriare; la scuola non dispensa cultura, l’università non forma; la giustizia non giudica e non distribuisce “giustizia”; le infrastrutture fanno schifo come sempre e le città sono zozze; le imprese boccheggiano e i soldi del PNRR non sappiamo mai se li riusciamo a prendere o no; le competenze nelle istituzioni latitano e c’è una rosa di ministri che, a parte pochissime eccezioni Meloni compresa, sono una manica di analfabeti funzionali meritevoli di nessuna pietà.
Giorgia, non sei stata capace di riformare manco gli orari dei treni e ora sei soddisfatta? Ma dai su stai bona e nun t’allargà.
Ma poi questa storia della cattiveria? Ma cadi dal pero?
È dal 1992 che avete armato le ghigliottine della cattiveria, feroce e crudele, che ha sparso anche del sangue di cui vi siete macchiate le mani e le vesti, con quel tintinnio di manette che facevate sventolare nelle aule parlamentari assieme ai cappi per le impiccagioni.
Giorgia, ma non ti vergogni per niente?
Sì, sì, anche tu. Perché la sera delle monetine, davanti al Raphael, eri lì, tra quelli che urlavano e lanciavano.
E ora ti lamenti? È da quando avete distrutto la prima repubblica e creato il bipolarismo, è dal massacro di tangentopoli, che avete posato sull’altare dell’odio la vittima sacrificale e l’avete sgozzata con il gladio della cattiveria.
E te ne ricordi adesso? E fino a ieri cosa è successo? Sono trent’anni che ve le suonate di santa ragione, da una parte e dall’altra, rimestando nella vita privata delle persone, armando le mani dei Procuratori e dei Pm, creando scandali inesistenti e fabbricando fake-news, perché voi, tu, e tutta l’accozzaglia della seconda e terza repubblica, non sapete neanche minimamente cosa vuol dire fare politica e sapete fare solo boutade a sensazione e sceneggiate a effetto.
La violenza, quella di cui ti lamenti, è il solo unico metodo e linguaggio di cui siete capaci.
Non sapete progettare, prevedere, riformare, governare, soddisfare i bisogni delle comunità.
Sapete solo odiare.
E se c’è una ragione davvero valida che allontana gli italiani dalla politica è proprio questo clima di odio e cattiveria che galleggia come melma nello palude vuota della vostra incapacità, di tutti, da destra a manca.
Giorgia, ti facevo intelligente…a ogni elezione metà degli italiani resta a casa.
E fattela qualche domanda.
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Massimo Carugno
Vice Direttore. Nato nel 1956, studi classici e poi laurea in giurisprudenza, oggi è avvocato nella sua città, patria di Ovidio e Capograssi: Sulmona. Da bambino, al seguito del padre ingegnere, ha vissuto, dall’età di 6 sino ai 12 anni, in Africa, tra Senegal, Congo, Ruanda, Burundi, rimanendo anche coinvolto nelle drammatiche vicende della rivolta del Kivu del 1967. Da pochissimi anni ha iniziato a cimentarsi nell’arte della letteratura ed ha già pubblicato due romanzi: “La Foglia d’autunno” e “L’ombra dell’ultimo manto”. È anche opinionista del Riformista, di Mondoperaio e del Nuovo giornale nazionale. Impegnato in politica è attualmente membro del movimento Socialista Liberale.
3 commenti
Complimenti, in poche righe un ineccepibile quadro della situazione. Grazie
Fotografia che palesa bene tutta questa assurda situazione in cui ci troviamo, bravissimo complimenti
Bé, che dire, ovviamente complimenti. Non solo ha ragione su tutta la linea, ma mi ha veramente emozionato. Grazie!!!