Uno va, uno viene.
Quando chiesi di iscrivermi al Psi, diversi anni fa, il segretario della sezione mi obbligò, ogni domenica d’estate, a portare l’Avanti! nelle case dei compagni. Siccome andai in vacanza dopo aver lavorato per pagarmi quindici giorni a Rimini, al ritorno la domanda di iscrizione non aveva avuto seguito. Ferma in un canto. Il segretario aveva affisso alla bacheca della sezione la domanda perché ognuno potesse dire la sua, nemmeno fosse un certificato di matrimonio, e lì l’aveva lasciata. Anziché a settembre mi iscrissi a novembre, due mesi di limbo.
Dirai: procedure troppo burocratiche, un controllo asfissiante. E invece no. L’iscrizione a un partito è (era) un atto di fede, prima di accoglierti nella comunità c’era bisogno di essere sicuri che non si trattasse di un’adesione fasulla. Proprio quello che accade in questi giorni. Giarrusso ha sparato a palle incatenate sul Pd, accusato delle peggiori nefandezze, e tre giorni fa chiede di iscriversi, prima lato Schlein, poi lato Bonaccini. Spiegazioni per la conversione? Nessuna. Uno vale l’altro, evidentemente.
Letta la notizia, Gassman molla gli ormeggi con parole di fuoco. Basta con questo Pd.
La colpa non è di Bonaccini. I partiti, ormai, sono diventati zattere alla deriva. Si annusa il vento e si sceglie l’imbarcazione che può condurti alla meta. Nella scelta della iena Giarrusso o non c’era prima o non c’è ora morale, proprio lui che ha campato, e anche bene, immagino, facendo la morale a mezza Italia.
1 commento
Ben detto, o meglio, ben scritto. Grazie