“Se non e’ zuppa e’ pan bagnato”, quale espressione (derivata dal dialetto romanesco) potrebbe adattarsi di più a descrivere l’impossibilità della Sinistra francese a trovare una piattaforma e una linea politica unitaria? Già nei mesi scorsi, soprattutto per le divergenze interne sulla pretesa di Jean-Luc Melenchon di accaparrarsi tutte le cariche dell’organigramma della nuova formazione della cosiddetta Nupes (il contenitore di tutta la gauche costruito per affondare Emmanuel Macron e il suo Governo) si erano verificati non pochi distinguo a mala pena sopportati in nome di un interesse generale. L’aggressione di Putin all’Ucraina aveva poi determinato ulteriori malumori interni vista la posizione dello stesso Melenchon contraria all’applicazione delle sanzioni decisa a livello UE e favorevole all’uscita della Francia dalla NATO che aveva trovato l’appoggio solo della parte comunista della Nupes. Ma le recentissime vicende legare agli attacchi terroristici di Hamas in Israele e alla risposta armata di Tel Aviv sulla striscia di Gaza hanno fatto il resto: l’unità della Sinistra francese sembra essere andata definitivamente in frantumi. La France insoumise, il movimento di Melenchon, che precedentemente aveva criticato in termini inequivocabili Netanyahu e Israele per la sua politica di occupazione in Cisgiordania di territori tradizionalmente palestinesi, attraverso l’insediamento di coloni, non ha definito Hamas come un gruppo terroristico addossando di fatto a Tel Aviv la colpa dei massacri perpetrati in Israele. Ne e’ venuta fuori una spaccatura che questa volta rischia di minare definitivamente la tenuta della coalizione che doveva unire in un soggetto unico socialisti, ecologisti, comunisti e appunto La France insoumise. Se ne è avuta immediata testimonianza all’interno dell’Assemblea nazionale, il Parlamento transalpino. Il deputato socialista Jerome Guedj, facendosi interprete di tutto il suo movimento, ha definito disgustosa qualsiasi dichiarazione che non condanni risolutamente Hamas riferendosi chiaramente a Melenchon che aveva cercato giustificazioni per spiegare l’intervento dei terroristi. E ha aggiunto, spalleggiato dagli altri suoi colleghi socialisti, come si ponga ora il problema di continuare l’esperienza della Nupes. Con meno enfasi sulle posizioni socialiste si sono espressi anche esponenti dei verdi e perfino il partito comunista, pur nettamente contrario a Netanyahu, si e’ differenziato. Olivier Faure, segretario nazionale del partito socialista francese, ha poi rincarato la dose definendo inaccettabile l’ambiguità di Melenchon e difficilmente percorribile un cammino unitario con chi, come lui non definisce Hamas come un terrorista e condanna solo il suo braccio armato per i crimini di guerra. Quale migliore occasione per Emmanuel Macron e Marine Le Pen per screditare una Gauche così frantumata? E, da parte sua, anche la Prima Ministra Elisabeth Borne, ha avuto terreno facile nel condannare quella sorta di antisemitismo trasparso dalle dichiarazioni di Melenchon e nel rilevare l’imbarazzo della sinistra francese. Per mettere ulteriore benzina sul fuoco delle polemiche si è aggiunto poi, negli ultimi giorni, l’attacco terroristico in un liceo di Arras, nel nord della Francia, dove un attentatore di origine cecena al grido di “Allah Akhbar” ha assassinato a coltellate un insegnante, con chiaro riferimento a quanto sta accadendo in Medio Oriente. Vi sono stati inoltre vari allarmi bombe in cinque aeroporti transalpini. Un motivo in più, anche di fronte all’opinione pubblica, per fare rimbalzare ed esplodere le divisioni che ormai interessano, in modo incontrovertibile, la sinistra francese.
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Autore. Alessandro Perelli è Vice Presidente di ALDA (Associazione del Consiglio d'Europa) e membro del Consiglio di amministrazione, in rappresentanza della Regione Friuli-Venezia Giulia, Italia. Dal 1980 ha lavorato alla Regione e dal 1999 presso il Servizio Relazioni Internazionali dove si è occupato di progetti e accordi di cooperazione internazionale fino ad agosto 2017. Dal 2000, anno in cui la Regione Friuli-Venezia Giulia è entrata a far parte di ALDA, Perelli ne ha seguito la vita associativa per conto della regione , facendo parte del Consiglio Direttivo, dove ricopre dal 2016 il ruolo di Vice Presidente. È particolarmente interessato all'area del Mediterraneo e alla creazione delle nuove Agenzie della Democrazia Locale in Tunisia e Marocco. Inoltre, Perelli ha seguito le attività delle Agenzie a Verteneglio, nell'Istria croata e Gyumri in Armenia con cui è associata la Regione Friuli-Venezia Giulia e Niksic in Montenegro di cui la Regione che rappresenta è capofila. Ha partecipato ai lavori preparatori della neonata Rete Balcanica per la Democrazia Locale (BNLD) svolgendo attività di promozione di ALDA in qualità di ambasciatore organizzando convegni di cui uno a Lecce con la presenza di enti e associazioni locali e uno all'Università di Trieste insieme a l'Associazione giovanile serba. Inoltre, per conto della Regione Friuli-Venezia Giulia, è entrato a far parte della Commissione Consultiva Nazionale sulla nuova Legge di Cooperazione e del Gruppo di Lavoro Interregionale Nazionale, occupandosi in particolare del tema dell'adesione dei Paesi dei Balcani Occidentali all' Unione Europea e alla creazione di un mercato unico, proseguendo la collaborazione con la Camera di Commercio serba anche dopo il suo pensionamento. Alessandro Perelli ha inoltre svolto attività politica come segretario provinciale del Psi, assessore e consigliere comunale di Trieste. Ha collaborato scrivendo articoli di politica estera per il quotidiano Avanti! i e oggi per la Giustizia online È anche presidente dell'Associazione Culturale "Socialisti liberali triestini".