di Giovanni Franco Orlando.
Dopo Abruzzo e Veneto, anche in Emilia-Romagna è stata depositata in questi giorni la proposta di iniziativa popolare “Liberi subito” sul fine vita.
Presenti, assieme a Marco Cappato dell’Associazione “Luca Coscioni”, tanti volontari che hanno collaborato a raccogliere in questi ultimi mesi le firme necessarie per la presentazione della proposta di legge di iniziativa popolare in tutte le città della Regione Emilia-Romagna facendo banchetti, volantinaggio e opera di convinzione nei confronti di tante cittadine e cittadini che, nonostante, gli stop della Corte Costituzionale sul referendum continuano a lottare per rendere più civile il nostro Paese.
Le firme raccolte sono state oltre 7000 (7289 per la precisione): più di duemila rispetto alle 5000 necessarie per presentare la proposta di legge regionale e comunque sufficienti per mettersi al riparo da sorprese negative (annullamento di qualche firma in sede di controllo per errori formali).
Gli scatoloni sono stati portati in Piazzale Aldo Moro, sede della Regione Emilia-Romagna e le firme sono state consegnate formalmente agli uffici regionali.
La legge serve per avere anche in Emilia-Romagna (e speriamo in tutto il nostro Paese) procedure e tempi certi per rispondere in modo efficace alle persone che, nel rispetto della sentenza della Corte Costituzionale n° 242\2019 (la cosiddetta “Sentenza Cappato – Dj Fabo), intendono fare richiesta del cosiddetto “suicidio medicalmente assistito”.
L’obiettivo di questa proposta è infatti quello di impedire che la volontà di malati sottoposti a sofferenze insopportabili sia trascurata, ostacolata o, peggio, sabotata.
I socialisti,come sempre, in tante città, da Modena a Bologna, da Reggio Emilia a Ravenna e in tanti altri comuni hanno dato il loro piccolo grande contributo con coerenza ed impegno per rendere possibile questo obiettivo.
Adesso il pallino passa all’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna e ai suoi membri, i consiglieri regionali che devono fare in modo che la volontà espressa da tante cittadine e cittadini diventi legge.
Siamo fiduciosi che questa battaglia di libertà trovi orecchie attente e menti aperte in quel consesso democratico, rappresentativo della comunità regionale; contiamo sul fatto che ci sia una positiva e celere risposta. Ciò non di meno vigileremo, da fuori del “palazzo” (visto che il PSI non ha consiglieri regionali), affinché i partiti (soprattutto quelli del centrosinistra, ma non solo) diano una risposta coerente con lo spirito e i valori di una moderna società civile su questi temi che stanno a cuore alla stragrande maggioranza delle cittadine e dei cittadini emiliano-romagnoli.