Di Alessandro Perelli
E’ forse attualmente l’oggetto delle scontro politico più pronunciato in Italia tra Governo e opposizione. Parliamo del salario minimo che , in Parlamento, vede schierati da una parte l’ intero centro destra e dall’altra il campo largo della sinistra. Nel resto d’Europa la situazione su questo argomento e’ variegata. In Francia , per esempio a Macron non e’ bastato aumentarlo per far digerire alle forze sociali la sua riforma delle pensioni, ma da noi il punto di riferimento, per le richieste di ridefinizione, rimane quanto sta accadendo in Germania. I
l Parlamento tedesco ha approvato lo scorso 3 giugno l’ aumento del salario minimo a 12 euro l’ ora lordi a partire dal prossimo ottobre. Il Primo Ministro Olaf Scholz ne aveva fatto un punto imprescindibile del programma del suo Governo e i socialisti tedeschi lo avevano inserito tra i temi di fondo della loro campagna elettorale. Scholz non si è fermato neppure di fronte alle critiche e ai dubbi espressi da alcuni settori politici ed economici che ciò potesse contribuire e favorire la progressione dell’ inflazione con ripercussioni sul costo del denaro.
Sono più di sei milioni i lavoratori dipendenti interessati dal provvedimento che prevede un primo adeguamento a 10,45 euro dal primo luglio per poi arrivare ai 12 lordi previsti il primo ottobre. Secondo la Confederazione sindacale tedesca ci sarà un aumento del potere d’ acquisto complessivo di 4,8 miliardi di euro. Fin qui le cifre confermate poi dal voto del Bundesrat. la Camera Alta del Parlamento che rappresenta i Laender.
Ma un’ analisi più approfondita di questo meccanismo ci dimostra che non tutto è oro quel che luccica e che da un lato le parti sociali hanno le loro ragioni a non dichiararsi soddisfatte, dall’ altro che in Germania non sono il Parlamento né i singoli partiti ad avere la maggiore voce in capitolo sul tema del salario minimo. Infatti i 12,42 euro l’ora (ultimo adeguamento stabilito dalla Commissione nazionale sul salario minimo) sono sotto la soglia del 60% del salario mediano indicata dalla recente direttiva europea.
Questo dato e’ interessante perché le richieste di aumento nel nostro Paese ci porterebbero ai livelli più alti nel mondo raggiungendo circa l’ 80% del salario mediano. In Germania sta invece accadendo quanto avevano pronosticato gli scettici del provvedimento e cioè un balzo all’in su dell’ inflazione tanto che il Ministro della Lavoro, il socialdemocratici Hubertus Heil , ha già dichiarato di condividere il malcontento dei sindacati prevedendo un aumento del salario minimo nel 2024. E qui occorre però soffermarsi su un’altra peculiarità non indifferente del sistema tedesco. Non ci sarà infatti un gara tra i partiti e i gruppi parlamentari tra chi proporrà i maggiori rialzi .
In Germania valgono , per stabilire i valori del salario minimo, le indicazioni di una Commissione composta da datori di lavoro, sindacati e membri scientifici che ,con procedure trasparenti, punta a salvaguardare i lavoratori e le cui indicazioni vengono recepite dall’ Governo e dal Parlamento. E questa Commissione ha , tra i suoi obiettivi, quello di evitare contraccolpi sulla contrattazione collettiva e di non danneggiare la competitività delle imprese Cioè un sano e concreto realismo mettendo in un angolo la spesso strumentale speculazione partitica. E’ proprio da questa Commissione che partirà l proposta di un nuovo aumento del salario minimo che, se ratificata dalla stessa, entrerà in vigore dal primo gennaio 2024.