di Alessandro Perelli.
Erano tanti gli interrogativi ai quali le elezioni parlamentari di domenica scorsa in Grecia dovevano dare una risposta. In primo luogo la possibilità del Premier uscente Kyriakos Mitsotakis e del suo partito di destra Nuova Democrazia di raggiungere la maggioranza assoluta. Ma anche il risultato del suo principale antagonista Siryza, il partito di sinistra fondato da Alexis Tsipras e quello dei socialisti del Pasok, un tempo al vertice della politica greca. Infine quello dell’ esterna destra con le possibili conseguenze sulla formazione della nuova maggioranza. Il responso delle urne e’stato chiaro: Mitsotakis puo’ festeggiare una chiara vittoria che però non gli basterà per formare un nuovo Esecutivo, naturalmente a sua guida, senza accordarsi con qualcuno. E quindi già si pensa a nuove elezioni, con una diversa legge elettorale con premio di maggioranza, per fine giugno inizio luglio che consenta a Nuova Democrazia di governare da sola. Aver riportato oltre il 40% dei consensi non e’ stato infatti sufficiente a permettere a questo partito il controllo del Parlamento. Deludente si è rivelata la percentuale di voti ottenuta dalla principale forza di sinistra Siryza che si e’ fermata a poco più del 20%. Alexis Tsipras aveva scelto la citta’ di Larissa per il suo ultimo comizio elettorale, citta’ in cui vi era stato, a fine febbraio, l’incidente ferroviario che aveva provocato 57 morti e un ottantina di feriti e tante critiche al Governo per la prevenzione e la gestione dello stesso, ma non è riuscito a convincere gli elettori greci sulle responsabilità del Premier Mitsotakis. Ma forse l’addebito più grande che si può fare a Tsipras e’ quello di non essere riuscito a presentare una piattaforma unitaria per la sinistra. I socialisti del Pasok hanno ottenuto un buon risultato che dovrebbe superare, a spoglio quasi ultimato, il 10% ritornando a riacquistare un ruolo di primo piano nella scena politica ellenica dopo una serie di delusioni elettorali. Il Partito comunista da parte sua ha registrato un piccolo avanzamento. Contenuta sara’ la presenza dell’ estrema destra nel Parlamento. Qui si può parlare di obiettivo mancano in quanto una maggiore affermazione avrebbe dato corpo a un possibile accordo per il nuovo Governo con Nuova Democrazia che invece ha confermato di non voler stringere alcuna alleanza. Kyriakos Mitsotakis ha basato la sua campagna elettorale sui temi economici. Il costo della vita, le retribuzioni nel settore pubblico e privato, il sistema sanitario sono stati i punti fondamentali della sua proposta politica insieme al piano degli investimenti e delle riforme necessarie per riacquistare quel ruolo di primo piano all’interno dell’Unione Europea che pochi anni fa era venuto meno con il rischio di una uscita dall’euro. I cittadini greci hanno apprezzato il suo approccio concreto ai problemi di un Paese afflitto da un debito pubblico preoccupante e da un sistema bancario poco credibile. I sacrifici richiesti sono stati ripagati da una crescita economica innegabile negli ultimi anni con la riconquista di una credibilità internazionale per la Grecia. A ciò si sono aggiunte il miglioramento di una serie di relazioni con i Paesi confinanti. L’ accordo che ha dato vita alla Macedonia del Nord, l’attenuarsi dei rapporti tesi con Ankara per le questioni legate allo sfruttamento energetico del Mediterraneo, la netta opzione filo americana e filo europea sulla crist ucraina hanno potenziato il ruolo di Atene sullo scacchiere internazionale. Mitsotakis commentando soddisfatto l’esito delle elezioni ha dichiarato che “domenica in Grecia la speranza ha sconfitto il pessimismo” ribadendo il ruolo autonomo di Nuova Democrazia. Secondo il Premier uscente il sistema proporzionale assoluto porta a vicoli ciechi lasciando intendere la sua volontà di fare approvare al più presto una nuova legge elettorale con premio di maggioranza e di tornare al voto per assicurare completa governabilità al Paese.