Di Alessandro Perelli
Poteva essere prevista un’affermazione della destra in Cile nelle elezioni di domenica 7 maggio per scegliere il Consiglio Costituzionale che dovrà preparare la nuova Costituzione sulla base di una bozza predisposta da una Commissione di 24 esperti eletti da Camera e Senato. Poteva essere prevista, considerate le difficoltà del Governo di Gabriel Boric , Presidente della Repubblica dal marzo 2022, ma non in queste dimensioni.
Il Partito Repubblicano di estrema destra di José Antonio Kast (sconfitto nel ballottaggio proprio da Boric) ha ottenuto il 35,5 % dei voti e 22 seggi su cinquanta. La lista Unidad para Cile di Boric ha conseguito il 28% e 17 eletti. Gli altri 11 sono andati a una lista del centro destra storico del Presidente precedente Sebastian Pinera. Quasi scomparso il centro sinistra di” Todo por Chile”della ex Presidente Bachelet che ottiene l’ 8,9 delle preferenze e nessun seggio.
Il paradosso e’ che il cambio della vecchia Costituzione di Pinochet voluto dalla sinistra sara ‘ gestito politicamente e tecnicamente dalla destra ,con il rischio di un cambiamento addirittura in peggio. Boric subisce così una seconda sconfitta dopo quella ottenuta nel referendum in cui i cileni, nel settembre scorso, avevano con il 62% bocciato la riforma predisposta da una Costituente allora gradita alle forze di sinistra. Ma quali sono le motivazioni che hanno portato in Cile a un vero e proprio ribaltamento politico? C’è sicuramente, nonostante Boric avesse attenuato i toni più radicali del suo programma elettorale, una forte preoccupazione per una possibile scomparsa delle libertà economiche e della proprietà privata ingigantita da settori imprenditoriali ed agricoli.
La destra sia quella estrema che quella moderatamente conservatrice hanno poi giocato sulla necessità di un maggiore protagonismo nazionale e al mantenimento di quei valori tradizionali e culturali che fanno parte della storia del Paese e che sono stati oggetto di critiche e revisione da parte dei partiti della sinistra al governo. Boric ha poi incontrato , nel periodo di poco più di un anno dal suo inserimento, obiettive difficoltà sulla strada delle riforme promesse ai cileni e sul suo obiettivo di migliorare le condizioni di vita della parte più povera della popolazione. Secondo gli ultimi sondaggi il suo indice di gradimento popolare è scivolato al 30% . Il voto di domenica scorsa per la riscrittura della Costituzione si e’ trasformato in un referendum dall’ esito negativo per il suo Governo.
Il Consiglio Costituzionale eletto difficilmente attuerà quegli obiettivi che erano stati indicati dai partiti della sinistra nel dibattito parlamentare e cioè la messa al centro della nuova Costituzione di questioni come la tutela del genere e dell’ ambiente nonché i diritti e la salvaguardia della popolazione indigena: un testo che era stato definito il più progressista del mondo. Una ipotesi di nuova Costituzione ecologica e paritaria con i diritti sociali al centro. Boric e gli alleati di Governo avevano voluto inserire l’ istruzione superiore gratuita , la parità di genere in tutto l’ Esecutivo e la responsabilità dello Stato nella prevenzione , nell’ adattamento e nella mitigazione del cambiamento climatico.
Si capisce bene , oggi, con un Consiglio Costituzionale in mano a José Antonio Kast, nostalgico della dittatura e dei nefasti provvedimenti di Pinochet, cosa potra’ uscire anche considerando il fatto che lo stesso Kast ha più volte dichiarato che il testo fatto approvare da Pinochet , per la gran parte, non avrebbe dovuto essere ritoccato. Un salto all’ indietro per il Cile e i cileni che sembravano aversi messo dietro le spalle gli orrori di quella dittatura che , con pesanti responsabilità degli Stati Uniti, aveva con la violenza affossato il sogno democratico dell’ indimenticabile Salvador Allende a cui Bettino Craxi ebbe il coraggio di rendere omaggio, l’ undici settembre 1973, nella sua tomba di famiglia, nel cimitero di Santa Ines, alla periferia di Vina ,sfidando i militari golpisti.