Di Alessandro Palumbo
Negli anni 50 in Israele ci fu una “epidemia” di stupri, tanto che il governo israeliano in una sua seduta propose un coprifuoco per le donne, fu a quel punto che Golda Meir protestò e disse la famosa frase “ il problema non sono le donne, ma gli uomini, il coprifuoco va imposto a loro”.
Frase che contiene una verità assoluta, ma anche una criticità. La verità assoluta è che mai in nessun modo la donna può essere ritenuta responsabile o provocatrice ne tantomeno imprudente. La libertà è assoluta, la donna può vestirsi come vuole, può andare in qualunque posto a qualunque ora, può anche ubriacarsi se vuole, mai può essere chiamata a pagarne le conseguenze. La libertà è e deve essere assoluta, non si può minimamente pensare a una sorte di coprifuoco, o di dress code ne tantomeno di zone off limit per le donne, chi lo pensa è ancora legato a una concezione se non patriarcale perlomeno paternalistica . Su questo punto non ci deve essere nessun arretramento. Abbiamo visto che girano libri che ancora considerano la donna “angelo del focolare” questa visione va combattuta con gli strumenti della cultura, della riprovazione e nessun cedimento è possibile. La criticità riguarda il possibile rischio che si innesti una guerra donne contro uomini, secondo una visione che identifica nel maschio una naturale tendenza sopraffattrice, un rischio che invece di portare a soluzioni ci porterebbe ad una frattura che va evitata.
Nessun essere umano è naturalmente buono o cattivo e se è vero che secoli di patriarcato hanno portato ad una oggettiva sottomissione della donna è anche vero che ormai il processo di cancellazione di questo residuo degli anni passati è irreversibile e la stragrande maggioranza degli uomini lo ha fatto proprio. Questo percorso deve vedere l’intera comunità coesa . non voglio addentrarmi in analisi psicologiche o antropologiche e non voglio negare che scorie del passato persistono in uomini e anche in donne, come il generale Vannacci ci ha ricordato, voglio fare una semplice proposta.
In questi giorni ho sentito una pletora di proposte, molte delle quali sono delle strumentalizzazioni che dimostrano ancora una volta la pochezza della nostra classe politica e intellettuale, si parla di evirazione, di castrazione chimica, si lanciano corciate contro tutti gli uomini indistintamente, di proibire i film pornografici, Proposte che hanno il solo pregio di solleticare la pancia delle persone, come ormai la nostra classe dirigente ci ha abituato.
Se vogliamo affrontare il tema della giustizia dobbiamo dire con chiarezza che le pene ci sono, il tema vero è la loro applicazione, soprattutto i tempi della loro applicazione, è possibile che di stupri avvenuti anni fa si siano ancora in alto mare? Lo stupro di capodanno 2022, lo stupro del pargolo di Grillo, lo stupro del pargolo di La Russa e di tanti altri meno famosi sono ancora senza una sentenza, di più è possibile che ci siano ancora sentenze che assolvono perché il palpeggiamento è stato breve o perché gli stupratori hanno frainteso? è possibile che questi magistrati possano ancora esercitare? Quindi il tema non sono le pene, ma la loro rapida e certa applicazione.
Il tema è innanzitutto culturale, quando cominceremo ad affrontare l’argomento della educazione sessuale sin dalle scuole elementari senza che qualcuno gridi allo scandalo? Sappiamo che la famiglia ha difficoltà ad affrontare questi argomenti e la scuola è assente, i nostri ragazzi hanno come unica educazione la visione di film pornografici, che con una adeguata educazione sessuale diventerebbero una libera scelta e una fiction e non uno strumento di educazione.
L’educazione sessuale non è solo lo strumento per spiegare meccanismi e realtà ben lontane dalla acrobazie assurde dei film, ma anche un modo per liberare il sesso e il godimento da tutti i tabù che ancora lo circondano, servirebbe anche a spiegare che una donna che vuole fare sesso spesso e con più partner esercita il suo pieno diritto come i “maschietti” e decide lei quando e come, che il sentimento è cosa bella e importante, ma che il sesso libero non lascia uno stigma , è un modo di vivere la propria libertà.
Non so se questo servirà a liberarci da questo orrendo crimine, ma ci potrebbe avvicinare, uomini e donne alla consapevolezza della bellezza di un sesso libero e senza violenza, alla consapevolezza della importanza di una libera scelta, al rispetto reciproco.