Si erano appena fatti i tristi conti per il terremoto che ha colpito il Marocco con le cifre ancora provvisorie che comprendevano oltre 2700 vittime, che si aggiungevano alle migliaia di feriti e agli ingenti danni, , che l’ uragano Daniel colpiva la Libia e in particolare la citta’ di Derna, in Cirenaica.
E qui gli effetti dell’evento atmosferico assumevano aspetti ancora più spaventosi con un bilancio che i media individuavano in quasi ventimila morti, con un numero imprecisato di dispersi . Derna si può ben definire oggi l’ immagine emblematica del Paese . Un Paese allo sbando, con due Governi, con una sospensione del conflitto civile , tollerata dalle tribu ‘ proprio perché non si riesce a organizzare quelle libere elezioni politiche che , secondo gli accordi internazionali favoriti da Russia e Turchia che controllano la parte orientale e occidentale, dovevano portare al ripristino degli organi democratici .
Un Paese che aveva subito il periodo coloniale italiano, in cui era cresciuto, mantenendo poi solidi legami economici con il nostro Paese , oggi andati quasi distrutti dopo la guerra civile susseguitesi a Gheddafi . Un Paese ricco di risorse petrolifere ma estremamente povero e privo di valide misure di prevenzione di fronte a violenti fenomeni naturali come il recente uragano Daniel . Derna fu costruita dagli italiani lungo la costa del Mar Mediterraneo che, nei primi decenni del 900 , la trasformarono in una città moderna. Distante un migliaio di chilometri dalle coste siciliane, grazie ai nostri connazionali, vide la nascita di nuovi quartieri provvisti di strade e di opere di urbanizzazione diventando la seconda citta’ della Cirenaica. Oggi la situazione e’ catastrofica .
Il Governo del Premier Osama Hammad, riconosciuto dal Parlamento di Tobruk, l’ ha gia’ dichiarata inabitabile. Il Ministro della Sanità Othman Abdel Jalil ha previsto che le vittime saranno più di diecimila oltre a quelle che si contano nelle vicinanze della città.di 50.000 abitanti. L’ acqua , anche per il cedimento delle due dighe che erano state costruite, e’ salita fino a toccare i tre metri distruggendo tutto e, rendendo impercorribili le vie di comunicazione, determinando problematici i soccorsi che sono stati tenrati anche via mare. Il Premier dell’ altra parte del Paese Abdulhamid Dabaiba ha espresso le sue condoglianze cercando di minimizzare lo spaventoso bilancio e affermando che la Libia i i libici sapranno reagire e risollevarsi. Nessuna reazione da parte dell’ uomo forte della Cirenaica.
Il generale Khalifa Haftar che pure ha molte responsabilità per quello che e avvenuto. Non solo per le opere di prevenzione che non state mai messe a punto ma anche perché, nonostante gli appelli del sindaco, quando Daniei ha scatenato la sua forza , ha impedito che la citta’ fosse evacuate e ,invece di aiutare i residenti a fuggire , le truppe del generale li avrebbero convinti a rimanere nelle proprie casa dove poi sono finiti intrappolati mortalmente. Senza parlare delle criticità della diga principale di Derna che erano state evidenziate da recenti studi a cui nessuno aveva dato seguito. L
a città aveva subito anche nel 2014 la dominazione dello Stato islamico quando le milizie del califfato ne avevamo preso il possesso. Ma poi i più radicali furono cacciati dagli stessi residenti prima di essere messi in fuga dagli uomini del generale Haftar. Il generale si fece bello con la comunità internazionale per quel successo limitandosi però a imprigionare e eliminare i dissidenti senza portare alcun beneficio alla popolazione di Derna. E ora la devastazione dell’ uragano ha fatto scendere di molto la fiducia negli amministrativi che lui aveva scelto per la guida della città. Anche questa terribile evenienza conferma che la Libia, isolata e in macerie , non riesce a uscire da una contingenza drammatica e al momento senza soluzione di continuità.