Anticipazione
Come annunciato, inizia l’appuntamento settimanale dedicato alle donne.
Oggi mi rivolgerò ad ognuno di voi, perché voglio raccontarvi una storia. Si chiama violenza domestica. Forse non lo sapete ma anche voi siete attori in questa storia. Leggendola saprete da soli quale personaggio interpretate.
Questa fiaba necessita di una premessa legata alla cronaca. Mi scuso in partenza se potrò sembrarvi ruvida, ma i dati mi danno ragione e, ogni tanto, una scossa può essere importante.
Parto dai numeri, che ovviamente sono solo la punta dell’iceberg. L’Istat riferisce che il 31,2% delle donne ha subito violenza domestica durante l’ultimo anno. Questo numero possiamo tranquillamente moltiplicarlo per due e ciò significa che, se non la metà, almeno 1/3 delle donne che vi circondano vengono quotidianamente pestate, umiliate e irrimediabilmente ferite, nell’indifferenza generale. Indubbiamente tra voi che state leggendo questo articolo, c’è una donna che sa esattamente di cosa parlo e un uomo che esercita violenza. Anzi no, l’uomo non c’è, perché appena capisce il tema scappa. L’uomo violento è fatto così, è un codardo: ti riempie di insulti, ti minaccia, ti ammazza di botte ma poi ti chiede di coprire i lividi e le ferite. Vero bastardi? E’ difficile guardarsi allo specchio. Lo è anche per le donne quando in quello specchio non si riconoscono più.
La maggioranza delle vittime non denuncia. La domanda che sale automatica e ingenua dai più è: “Perché’?”. Ecco, tanto per cominciare evitate di rivolgere a una donna che sta subendo o che ha subito violenza qualsiasi quesito che inizi con il “Perché”. Non saprà rispondere a nessuna delle domande che gli farete e, probabilmente, basterà quella domanda perché aumenti in lei il senso di vergogna, biasimo e rabbia verso se stessa. Credetemi, non ne ha davvero bisogno.
Proviamo a dirci la verità, proviamo per una volta ad essere onesti. Vale davvero la pena denunciare? Avete mai appurato il rapporto tra denunce e donne ammazzate? Tra le vittime trovate chi ha collezionato 27, 31, 46 denunce. Se vai dai carabinieri vogliono le prove, ma quando hai le prove non bastano perché ci vuole la fragranza di reato.
La Fiaba della Fragranza di reato e altre magie.
Dopotutto è così semplice prendere un cellulare e chiamare il 112 mentre la tua testa sbatte ripetutamente contro al muro e tu lotti per toglierti quella mano dalla gola che non ti permette di respirare. La tua testa sbatte, sbatte ancora, ti dimeni, scalci perché fai così quando non respiri e le punte dei piedi sfiorano a fatica il pavimento. E’ notte, una notte così silenziosa che, nella drammaticità della situazione funziona ancora quella piccola parte del tuo cervello dove ha sede l’ironia: non pensi ad altro di come potrai complimentarti la mattina seguente – sempre che ci arrivi- con l’intero vicinato. Il vicinato con il sonno più profondo del west. Il vicinato e il dirimpettaio che la notte non dormono, entrano direttamente in coma. Il vicinato che quando sei sola e lui non c’è corre a suonarti al campanello e non ti chiede se hai bisogno di aiuto, non ti chiede come stai, ti chiede se puoi essere più educata perché sua moglie, la notte scorsa, è stata svegliata da due abbaiate del cane. Te lo chiede mentre sbircia in casa, vuole vedere se sei una brava massaia. Dalla sua espressione, dalla sua faccia che evita il tuo sguardo e i tuoi lividi come i personaggi di Boccaccio evitano la peste, sembra proprio che tu non lo sia. Ha ragione! Tutte quelle macchie di sugo sui muri sono un evidente segnale che la passata di pomodoro non la sai proprio cuocere.
Però c’è sempre la famiglia. Si, la famiglia abita lontano pero.. si la famiglia con cui i rapporti diventano sempre meno frequenti da quando è arrivato lui nella tua vita. Lui una famiglia vera e propria non ce l’ha, non puoi essere così insensibile da spiattellargli la tua sotto il naso. Ha ragione lui, come sempre. Ha ragione lui, si è accorto subito che li disturbi troppo spesso, sei una donna e dovrai crescere, non puoi sempre stare attaccata alla gonna di mammà. E poi i tuoi non è che muoiano dalla voglia di vederti, non te ne sei accorta? I tuoi fratelli ti ignorano, l’ha detto lui che si è subito accorto di non piacergli, sono così pieni di pregiudizi. Ha ragione, bisogna frequentarli il meno possibile. Però, magari.. ci sono un po’ di problemi ultimamente forse la famiglia potrebbe dare qualche buon consiglio. Macché non c’è nessun problema, non è successo niente e se è successo qualcosa è avvenuto perchè te lo sei cercato. Anzi , meglio, sei tu che hai alzato le mani, che hai urlato, che hai umiliato. Il problema sei tu, hai studiato troppo, ti si è fuso il cervello e non sai più distinguere il confine tra realtà e fantasia. La tua famiglia lo sa, non sei credibile.
Non resta che andare dagli amici. Si vabbè non sono più tanti. Hanno un sacco di cose da fare, sapete c’è il lavoro, la scuola dei figli, la gomma della macchina a terra e il gomito che fa contatto con il ginocchio. E poi loro lo sapevano, non è necessario stressare le persone con cose che sanno già, la sanno da prima di te. E comunque a loro non sarebbe mai successo., non sono mica stupidi loro.
Incredibile quante cose si pensano in pochi minuti. Almeno per un po’ sei stata da un’altra parte, anche solo con la fantasia. Tra poco finirà, se lo rompi definitivamente, il giorno dopo, non puoi più sollazzarti col giocattolo. Poi lì, nel buio e nel silenzio, per un’ultima volta ci si gira a contemplare la parete di cui eri il quadro fino a poco prima. Se lo denuncio e me lo rimandano a casa sono morta. “Ci sarà mai qualcuno dietro al muro?”
Rossella Pera
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2 commenti
Rossella, non mi stancherò mai di leggerti, profonda e concreta
Sono fortunato ad essere nato e vissuto in una famiglia che fondava nel rispetto assoluto tra i suoi componenti maschili e femminili fino agli animali della fattoria. Non era così dappertutto, dalla casa del vicino si sentivano spesso grida e pianti fino a quando mia madre ebbe l’ardire di affrontare il violento minacciandolo di denunciarlo ai carabinieri. Bastò il coraggio di una donna, e che donna, a mettere fine a quello scempio. Il fatto si fissò talmente nella mia mente che a distanza di anni quando una giovane coppia venne a vivere in quella casa, io ormai adulto raccomandai loro di fare figli e di non fare uso della violenza.