Eccoci qui, anno domini 2023. L’arguto intelletto del fine inquisitore Viceministro Edmondo Cirielli (FdI), propone una legge sugli atti osceni in luogo pubblico, che mira a modificare il codice penale ripristinando il carcere per questo genere di reati, gli stessi depenalizzati nel 2016. Il carcere. Si parla in particolar modo dei clienti delle prostitute e di coloro che “vanno in giro nudi”, fenomeno decisamente diffuso (sic!). Dal momento che il principio di moralità e il livello di oscenità sono oggettivamente ostici da definire, e quindi da tradurre in norma, mi chiedo se passibile di reclusione in gattabuia siano anche coloro che praticano la nobile arte della camporella, le donne in topless, le ragazze che in spiaggia esibiscono coloratissimi tanga, piuttosto che quelli che, nell’impossibilità di raggiungere un bagno, orinano en plain air. Se così fosse vorrei avere il vanto di salire all’onore delle cronache come prima donna dedita all’attività mingitoria seriale, arrestata e ingabbiata d’Italia. Vorrei una bella prima pagina da stampare, ingrandire da far troneggiare sulla parete principale del salotto. Immagino anche l’epitaffio dorato sulla mia pietra “L’ho fatta anche qui!”.
Tralasciando l’assoluta serietà del tema carceri, del loro inutile e deleterio sovraffolamento, della loro totale inefficacia e dell’urgenza di una riforma degli istituti e del diritto penitenziario, provo a soffermarmi sull’obiettivo di questa proposta di legge che, leggiamo, sarebbe “contrastare in maniera più adeguata il degrado morale che affligge la nostra collettività […] e tutelare la moralità pubblica e il buon costume“. Leggendo queste parole, mi sono trovata subito davanti a un bivio: rido o rimetto? Ho provato a fare entrambe le cose, con un risultato accettabile. Sicuramente più accettabile del ritenere che il “degrado morale” della nostra società riguardi la sfera di quelli che vengono definiti “atti osceni”, e non il maschilismo prevaricatore che di anno in anno fa contare un crescente numero di femminicidi, piuttosto che la corruzione, l’omertà, la collusione e la connivenza dello stato più mafioso del mondo. A parere del viceministro, la piaga attuale della società è rappresentata da “quelli che vanno in giro nudi” che, ed ecco che arriva il punto, la non più di tanto celata razzistata, sarebbero soprattutto gli immigrati. Gli stessi immigrati accusati di non essere riconoscibili perchè camuffati da “veli” che l’elettore meloniano medio, indistintamente, denomina burqua. Roba buona per un sequel di Vanzina: Sotto il burqua niente.
Riporto testualmente “Sovente, purtroppo – si evidenzia – tali azioni si configurano come veri e propri atti osceni. Talora sono commesse da immigrati presenti a vario titolo sul territorio nazionale, incuranti della presenza – per le strade – di altre persone, tra cui anche minori.” e ancora “l’allarme sociale connesso alle condotte di immigrati che, non avvezzi ai costumi, alle consuetudini e alle norme etiche e giuridiche che regolamentano la convivenza civile nella nostra società e sradicati dagli ambienti di provenienza, compiono talora azioni oscene e degradanti nelle nostre città“. Io soffro di una miopia decisamente importante, ma ho un buon udito e, se non li ho visti per una mio oggettivo deficit, devo constatare che di questi “che vanno in giro nudi” non ne ho mai nemmeno sentito parlare. Non volendo dubirtare della buonafede del Viceministro, la soluzione di questo misterioso caso si potrebbe rintracciare nelle sue capacità chiaroveggenti, nel suo Terzo Occhio: Cirielli vede gli immigrati nudi. Il presagio conduce pertanto il difensore della buon costume a un intervento preventivo che, a mio avviso, non è in ogni modo la giusta soluzione. Al fine di prevenire il contatto tra la temuta popolazione africana nudista e la venerabile cittadinanza bianca, scongiurando così tutta quella serie di patologie tipiche legate all’atavico e italico complesso legato alla lunghezza del pene, la scelta della reclusione si prospetta fallimentare. Sappiamo bene quanto le spregiudicate “toghe rosse” lavorino al fine di privilegiare questi individui e la loro libera circolazione.
Ritenendo che le visioni riguardino un futuro prossimo, e siano strettamente legate con le questioni di igiene personale che si verranno a creare tra la moltitudine di immigrati senza dimora presenti oggi e domani sul territorio, suggerisco una soluzione che appagherà comunque l’orgoglio dell’elettore di Fratelli d’Italia. Una soluzione che andrebbe a sanare anche la problematica dell’orinazione libera e che ha già dato notevoli frutti, nonchè appagato la fierezza nazionale, nei gloriosi anni trenta del secolo passato: il mito della Roma imperiale.
Ringraziando il Viceministro Cirielli e complimentandomi per le sue indiscutibili doti medium, suggerisco di ispirarsi al grande imperatore Vespasiano, promuovendo il ripristino di bagni e docce pubbliche “per dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia all’Italia, all’Europa, al Mondo“.
Rossella Pera
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