Premessa
Nello scorso articolo ho prospettato un’ipotesi rispetto la sparizione di Alessia Rosati, annunciando un seguito dedicato all’amica Claudia. Indubbiamente la ragazza ha, nel tempo, fatto una serie di affermazioni e mantenuto una serie di atteggiamenti che non possono non destare sospetti e suscitare interrogativi.
Claudia mente, mente con determinazione e anche con un pizzico di presunzione. Claudia non assomiglia alla reticente De Vito del caso Gregori che, dopo l’ormai noto documento con l’intercettazione del Sisde, la sappiamo a conoscenza di molte cose e non possiamo negare che, il suo silenzio, indubbiamente non può aver giovato né a Mirella, di soli 15 anni, né alla sua famiglia.
Claudia non somiglia nemmeno all’ Angela L., amica di Catherine Skerl che non fu mai interrogata ma, in quell’unica intervista apparsa su Paese Sera, si informazioni ne dette tante. Veritiere o meno questo, purtroppo, non è dato sapere.
Per concludere il giro Claudia non ha nulla a che fare nemmeno con le timorose e contraddittorie amiche e compagne di Emanuela Orlandi, di cui negli ultimi mesi si è a lungo parlato. Claudia non è così, come totalmente distaccato dagli altri è il caso Rosati, altrettanto differente dalle altre è anche la sua amica.
Un’amica con cui, a onor del vero, negli ultimi anni si era registrato più di uno screzio, come emerge da lettere e diari. Ciononostante è corretto sottolineare che, quando l’adolescenza volge al termine e le personalità iniziano ad assestarsi, le differenze e gli atteggiamenti divengono via via più marcati ed “invecchiando”, l’asticella della sopportazione e della tolleranza nei confronti degli altri si abbassa notevolmente; un po’ come nel Limbo, che in quegli anni era un must tra i giochi da spiagge e le sfide alle festicciole tra amici.
I giochi da spiaggia e le festicciole tra amici non sono contemplati nei passatempi delle due ragazze, che dimostrano interessi ben diversi; soprattutto Alessia. C’è una differenza non secondaria tra il dichiararsi comunista, che in quegli anni è quasi una moda. Interessarsi e partecipare ad attività di gruppi autonomi ed estremisti è invece cosa assai diversa perché, è proprio in quegli ambienti, che tra la fine degli anni ’80 e la prima metà degli anni ’90, nascono una serie di cellule eversive di matrice terroristica. In realtà più che vere e proprie cellule, si tratta di “sigle-contenitore”, a copertura delle Nuove Br. Le più note sono il PCC, gli NCC e gli NTA. L’attività di questi gruppi, NCC in primis, si snoda e agisce tra Roma, Toscana e Veneto. Questi nuclei non ebbero molta risonanza perché offuscati dalle ben più note e destabilizzanti stragi di mafia.
Torniamo a noi, o meglio, torniamo a Claudia e alle sue menzogne palesi, proposte a testa alta, senza lasciar emergere un briciolo di pentimento o di disagio. Dinnanzi a questo tipo di atteggiamento, le risposte non possono che essere due: o è la peggiore delle amiche, o è la migliore di tutte.
Le bugie di Claudia
Del giorno 23 luglio 1994 sono molte le cose che non tornano. A partire dall’orale di Claudia. È vero che nel vecchio ordinamento, quello che rimase in vigore fino ai ragazzi della classe 1999, i tempi dell’Esame di Stato erano maggiori per via dei tempi che intercorrevano tra una prova e l’altra e per il numero di studenti giornalieri interrogati alla prova orale; tuttavia la data del 25 luglio appare un po’ ritardata. È una suggestione personale: questi dati sono pubblici e di facile fruizione: basta contattare l’istituto scolastico che non può negarsi di riferire il dato, essendo un titolo con valore documentale.
Potrei chiamare per scrupolo, e forse lo farò, ma sono certa che almeno questo dato sia stato accertato nel corso dell’indagine. Claudia, rispetto la mattinata del 23 luglio, fa diverse affermazioni tra loro contrastanti:
- La sua discussione orale era fissata per le 10.50.
- Trascorre l’intera mattina con Alessia, dalla quale si separerà solo alle 12.45, salutandola all’altezza della fontanella di via Val Padana.
- Dopo pranzo aspettava una telefonata dall’amica per mettersi d’accordo
- Il martedì successivo Claudia riceve una lettera da Alessia. Nella missiva la ragazza sostiene di aver incontrato un non meglio definito “vecchio amore”, con il quale avrebbe fatto un viaggio per l’Europa.
Cosa sappiamo di quella mattina
- Alessia esce di casa alle ore 8.30, avvisando il fratello che si sta recando ad assistere all’esame di maturità dell’amica Claudia.
- Terminata la discussione d’esame le ragazze rientrano verso via Conca d’Oro, con l’autobus che passa da via Nomentana.
- Agli atti risulta che due condomine dichiarano di aver visto Alessia Rosati alle ore 11.00 all’interno del condominio.
- Una conoscente incrocia e saluta Alessia verso le h.12.30
- Tre giorni dopo la scomparsa un amico del fratello di Alessia è sicuro di aver visto la Rosati che, a sua volta vede il ragazzo e, a quel punto, la ragazza che è a bordo di una Peugeot 205 bianca con la scritta “rally” su entrambe le portiere, avrebbe compiuto un veloce scatto abbassandosi nel sedile per non essere vista.
Osservazioni temporali
La prima macroscopica contraddizione, la incontriamo della mancanza di concordanza temporale: Claudia sostiene che quella mattina lei e Alessia stanno insieme senza mai separarsi. Si incontrano la mattina, insieme si recano al Liceo classico Orazio dove la stessa sosterrà l’esame e sempre insieme riprendono lo stesso autobus per poi salutarsi in via Val Padana. D’altra parte risulta difficile immaginarsi una Rosati dotata del dono dell’ubiquità che le permette di essere alla medesima ora a casa e in via Sabinio. Alla luce di ciò
- Alessia dice al fratello che sarebbe andata a vedere l’esame di Claudia ma non ci va. Forse accompagna l’amica all’Orazio ma poi se ne separa.
- Claudia si risente del mancato appoggio e, da quel momento in poi, del destino di Alessia se ne lava le mani.
- Claudia conosce i programmi di quella mattina di Alessia e sa che deve, eventualmente, confermare che quella mattina le ragazze non si sono mai separate.
- Quello non è realmente il giorno in cui Claudia deve sostenere l’esame. Le ragazze devono fare altro e si sono accordate per questa versione.
- Le vicine e la persona che saluta Alessia verso le 12.30 non vedono Claudia perché in realtà Claudia non c’è e si è “prestata” con l’amica per confermare la sua versione con le persone che non devono sapere cosa quella mattina Alessia debba fare.
- Alle 12.30 Claudia sta aspettando Alessia fuori, potrebbe essere in macchina con qualcuno.
- Le vicine che dichiarano di aver visto Alessia nell’androne del palazzo, non hanno motivo di mentire. Proviamo ad ipotizzare che l’abbiano confusa con una ragazza molto simile oppure hanno avuto una suggestione, confondendo quella mattina con un’altra.
- Ipotizzando che le vicine si siano sbagliate, la persona che saluta la Rosati verso le 12.30, per probabilità statistica, non può aver commesso il medesimo errore delle vicine. Se davvero Claudia ha sostenuto la prova orale quel giorno e Alessia non le si è separata, Claudia al termine della prova deve essere uscita immediatamente e velocemente.
L’esame (in media un orale non dura meno di 45-50 minuti) iniziava alle ore 10.50. Potrebbe aver concluso la prova verso 11.40-11.45. Limitando il più possibile i tempi per i saluti, Claudia e Alessia potrebbero essere alla fermata alle h.12.00 -12.10.
L’amica sostiene di aver preso l’autobus che percorre la via Nomentana, che è quello con il maggior numero di fermate: impiega circa 23-25 minuti a giungere a destinazione, ovvero verso le 12.35, lasciando loro giusto il tempo di raggiungere la fontanella. L’unico mezzo che consentirebbe loro di far combaciare gli orari con tempi più veritieri e meno stringenti è l’automobile.
- Alessia accompagna Claudia fino a scuola e si intrattiene con l’amica per un po’ di tempo.
- Alessia quella mattina non ha mai avuto un appuntamento con Claudia.
Osservazioni spaziali
Claudia sostiene che lei e Alessia si siano salutate in via Val Padana. Nella lettera, che inizialmente viene indicata da Claudia come veritiera, si sostiene che l’incontro con il ragazzo sia avvenuto in via Conca d’Oro.
Se così fosse non è comprensibile che le ragazze si salutino alla fontanella quando, perché Alessia percorra via Conca d’Oro, avrebbero dovuto fare un altro tratto di strada insieme. Se Claudia dalla fontanella avesse preferito tornare a casa attraverso via Lanzo, Alessia non avrebbe motivo di rincasare percorrendo via Val Padana allungando notevolmente la strada.
Qui la mappa che mostra i percorsi della mattina del 23 luglio 1994.
Le ambiguità di Claudia
Claudia, che ha anche rischiato di essere indagata per informazioni mendaci, non ha mai chiarito una serie di ambiguità.
MFA
Nel 2015, il caso di Alessia Rosati viene per la prima volta attenzionato seriamente, in seguito alle dichiarazioni che l’Uomo del Piffero pubblica sul suo blog. Nel suo racconto MFA coinvolge Claudia, che sostiene di non conoscerlo e di non avere mai avuto nulla a che fare con lui. Veniamo inoltre a conoscenza che il Pifferaio, accompagnato dal giornalista F. Peronaci, è andato a citofonare a Claudia. L’episodio è raccontato nel libro Il crimine del secolo da cui riporto testualmente:
“Alessia. L’amica Claudia, in una lunga citofonata con lui, avvenuta alla mia presenza, ha dimostrato di conoscerlo e di non volerlo stare a sentire […]”
- Per quale motivo, se davvero non conosce MFA, si intrattiene in una lunga chiacchierata?
- Per quale motivo Peronaci dovrebbe affermare “ha dimostrato di conoscerlo” se non fosse così? Con il giornalista del Corriere della Sera si può essere in disaccordo rispetto a idee e posizioni ma non credo sia un bugiardo e, oltretutto, non ne avrebbe motivo.
- Perché se davvero è una persona che non conosce e non lo ha denunciato quando l’ha accostata alla scomparsa dell’amica e/o non ha chiamato le forze dell’ordine per allontanare l’importuno dal citofono?
Via dei Volsci
Dalle 15.00 del pomeriggio del 23, i Rosati iniziano ad essere preoccupati e chiamano tutti gli amici partendo, com’è naturale, da Claudia, che afferma di averla salutata alla fontanella alle 12.45. I genitori manifestano, all’amica della figlia, la loro intenzione di recarsi in via dei Volsci, alla sede di Autonomia Operaia e di Radio Onda Rossa, nella speranza di trovare la figlia. Di rimando, Claudia, risponde con fermezza, intimando i genitori di non recarsi al quartiere San Lorenzo: ci avrebbe pensato lei.
- Per quale motivo Claudia si oppone con fermezza al sopralluogo che i genitori di Alessia vorrebbero fare?
- Cosa avviene in quelle sedi, cosa potrebbero vedere i Rosati, tanto da intimare a dei genitori preoccupati in cerca di una figlia di non fare il sopralluogo?
Orari e luoghi
Nonostante l’abbia ipotizzato, ritengo che la possibilità che le vicine di casa si siano confuse, sia remota. È indubbio che alle h. 11.00 Alessia, in via Val di Non, non poteva essere con Claudia che stava proprio in quei minuti sostenendo il suo esame.
Per essere a quell’ora a casa, avrebbe dovuto prendere l’autobus intorno alle h. 10.30, per poi riprenderlo per tornare al liceo verso le 11.15, per poi prenderlo nuovamente con l’amica alle 12. Questo è, se vogliamo continuare a presumere che abbia effettivamente visto Claudia quella mattina, e che l’abbia accompagnata all’Orazio. Non si può negare che tutta questa faccenda non abbia alcun senso.
Le ipotesi possibili sono solo due: o Alessia non è andata all’esame di Claudia, oppure quel giorno Claudia non aveva alcun orale da sostenere. In entrambe i casi Claudia, che era evidentemente a conoscenza della bugia che Alessia dice ai genitori, dovrebbe dare spiegazioni
- Dove sono state e cosa hanno fatto quella mattina?
- Se non fossero state insieme, quali erano i programmi di Alessia?
- Anche se i rapporti potevano essersi un po’ logorati nel tempo, com’è possibile che l’idea della partenza fulminea non le abbia destato nessun sospetto, al punto di affrettarsi a spiegare a tutti gli amici -come da loro dichiarato- che Alessia era in viaggio con il suo amore d’un tempo?
- Per quale motivo, qualora l’ipotesi della grafologa Monica Manzini, secondo la quale la lettera era stata preparata per evitare di essere raggiunta in Umbria da uno spasimante o da qualche cellula politica, si rivelasse fondata, Claudia non si affrettò a raccontare la verità ai genitori dell’amica che, forse, avrebbero potuto salvare da una delle due cause indicate?
- Perché Claudia negli anni non ha mai lottato per conoscere il destino della sua amica?
- Se quanto afferma la grafologa è vero, perché non ha mai fatto i nomi, nemmeno agli inquirenti, delle persone temute da Alessia?
- Per quale motivo Claudia non è indagata per le dichiarazioni mendaci?
- Per quale motivo, appurato che l’amica non stesse facendo il giro del mondo in 80 giorni, anche se in ritardo, non ha poi detto la verità?
- Perché Claudia da notizia solo di recente della relazione che Alessia aveva con il Bugia?
- Perché Claudia non spiega il ruolo che ebbe MFA in questa storia o comunque come lo conobbero?
- Claudia è a conoscenza del motivo che portò Alessia a vendere i suoi libri? Con chi portò a termine la transizione?
Tra tutti gli interrogativi uno li sovrasta tutti e meriterebbe le giuste riflessioni: cosa può portare quella che allora era una ragazza molto giovane, di soli 21 anni, a rischiare di essere indagata per falso con la possibilità di essere condannata e dunque di rovinarsi la vita? A questo quesito proverò a rispondere alla fine dell’articolo.
Un’altra ipotesi
Nell’articolo precedente ho ipotizzato che Alessia possa essere andata incontro ad un destino decisamente infausto lo stesso giorno della sua scomparsa. Gli inquirenti, invece, sono giunti alla conclusione che quello di Alessia fu un allontanamento volontario. Proverò ora a motivare un’ipotesi di questo tipo.
Non prenderò in particolare considerazione la lettera che, al di là che si tratti di un falso o meno, ritengo che il caso Rosati possa, o forse debba essere letto e analizzato, prescindendo da quello scritto.
La sigla-contenitore
Come ho indicato nella premessa, all’inizio degli anni ’90, l’attivismo politico delle fazioni più ideologicamente estreme, andò progressivamente radicalizzandosi. Sappiamo che a casa Rosati, poco tempo prima della scomparsa della figlia, sopraggiunse una telefonata anonima. La voce sconosciuta consigliava “Alessia dovrebbe smetterla di picchiare e di far picchiare”. Il riferimento non può che essere all’ambiente politico.
Perché nell’ipotesi dell’allontanamento volontario mi sono fatta l’idea delle sigle- contenitori?
Uno dei motivi lo rintraccio sicuramente nel grande fervore che Alessia dimostrava nell’ambito della lotta politica estrema, al punto di disprezzare anche la divisa indossata dal suo stesso padre, con cui le lotte e le discussioni erano quasi all’ordine del giorno.
Ipotizzando un’adesione ai Noc, è verosimile che i libri vennero venduti perché dal momento che non avrebbe potuto portarli con sé, i soldi ricavati dalla loro vendita le sarebbero tornati utili ad esempio per dotarsi di una nuova identità.
Quello della nuova identità potrebbe essere stato il motivo per cui entrò in contatto con l’Uomo del Piffero che, ne sono certa, avrebbe potuto aiutarla in questo campo.
L’ambiente dell’opuscolo “Avanzi di Scienza”, come dimostrò anche il loro atteggiamento nei confronti del signor Antonio, era formato da individui che strizzavano l’occhio all’estremismo anche violento. A destarmi curiosità è stata anche la pubblicazione, segnalatami dalla mia amica Ana, di uno dei membri della redazione, Simone Turchetti, oggi residente a Manchester, che tratta una vicenda che curiosamente rimanda al caso Rosati: la sparizione/fuga di Bruno Pontecorvo: Il caso Pontecorvo.
I gruppi come il PCC, gli NTA e, soprattutto gli NCC, erano particolarmente attivi nel nord-est d’Italia. Risentendo il messaggio lasciato nella segreteria di casa Rosati, nell’agosto del 1995, quello che da alcuni è stato indicato come accento slavo, altro non è che l’accento tipico delle zone venete e friulane. Del nord pare sia anche il proprietario della famosa Peugeot 205.
Infine, alla luce di questo genere di soluzione, si fanno più comprensibili tutta una serie di elementi, a partire dalla lettera. Con il dubbio che i genitori, ed in particolar modo il padre (vedi secondo foglio della missiva)potessero nutrire sospetti circa una scelta radicale da parte della figlia, Alessia tenta il depistaggio doppio: gioca sia la carta dell’incontro sentimentale con annessa fuga in Europa, sia la carta della sottrazione coatta, distogliendo completamente l’attenzione dei genitori e dunque della polizia. Niente di troppo intricato per un’appassionata di gialli.
In quest’ottica il silenzio e l’oblio degli amici e della migliore amica, mai compresi dalla famiglia, appaiono di tutt’altra natura anche se, sul destino di questa giovane, ad oggi non si ha notizia alcuna.
La risposta alla domanda per Claudia
Claudia per mentire in maniera così spudorata rischiando oltre alla fedina penale, di rovinarsi la vita, deve aver avuto una motivazione fortissima e i casi si riducono a due:
- È direttamente implicata nella presunta morte di Alessia, quindi la verità le costerebbe molto più rispetto un’accusa di falso. E questo ci porterebbe a cercare Claudia a Roma.
- Sa che la verità potrebbe costare molto cara all’amica a cui fece una promessa e, probabilmente a molti altri ragazzi a lei collegati.
L’ambiguo personaggio di Claudia mi lascia il grande dubbio: è la migliore delle amiche, o la peggiore di tutte.
RIPRODUZIONE RISERVATA ©