L’Italia, terra di poeti, pittori, musicisti e proverbi. L’Italia ha un proverbio per ogni situazione, per ogni personale consolazione.
Piove, Governo ladro!
E il governo ladro lo è, lo è sempre. Forse oggi un po’ di più. Un po’ di più perché la democrazia, garantita dell’espressione libera del voto, non c’è più, e da tempo. E’ molto che non voti la persona, che non hai diritto di scelta, se non nei municipi dove, però, l’assessore lo sceglie il sindaco. Cara Italia, sbraiti da anni che “non hai votato questo governo” ma, cara Italia, il Governo non si vota, si vota il Parlamento.
Cara Italia, ti sei fatta gabbare. Per carità, non è la prima volta, però ci caschi sempre.. ti basta che qualcuno si metta a urlare sdegno, ti indichi il capro espiatorio, e a te parte la cotta estiva. Alla tua età dovresti sapere che le cotte estive non portano a nulla: ti accecano, all’inizio paiono la soluzione della vita. Poi ti svegli e ti rendi conto che l’amore era un calesse e quei bei momenti insieme svaniscono, a volte li rimuovi in maniera definitiva, a volte ne ricordi solo alcuni sprazzi, ricostruiti a modo tuo, così da renderli talvolta più idilliaci, talvolta più digeribili.
Di necessità, virtù!
Ricordiamo insieme, cara Italia, quando vestita da Leviatano stringevi in una mano monetine e nell’altra brandivi cappi. Rammenti? Erano gli anni in cui andava di moda sventolare il vessillo del giustizialismo e della rettitudine morale. Come ci siamo divertiti a lanciare le 500 Lire contro chi, in tribunale, non era nemmeno ancora entrato, mentre davamo la caccia al nuovo nemico n.1, ottenendo il suicidio di uomini sulle cui teste non pendeva una condanna, ma solo l’indagine, il sospetto.
Sai, cara Italia, in quel periodo c’era “ancora qualcuno che per la vergogna si suicida”. Non sentirti in colpa, è nella tua natura narcisista non avere mai torto, stare sempre dalla parte dei vincenti, scendere dal cavallo da cui ti sei fatta mollemente condurre, per montare in sella del ronzino scalciante e sicuramente vincente; almeno per un po’. Fai bene a rimuovere e travisare i ricordi più penosi, perché devi andare avanti, stare al passo con i tempi.
(Spoiler)
Le mode cambiano, ora siamo in una nuova era. Non ci sono più due guardie bigotte a cavar l’anima (a Cucchi, Aldovrandi, Uva) a forza di botte. Cara Italia, quanta strada abbiamo fatto dal 1992 al 2023! Oggi sei garantista! Hai anche preso quel buontempone di Messina Denaro, uomo d’onore, latitante per 30 anni, mandante di un enorme numero di assassinii, tra i quali ricordiamo l’omicidio della donna incinta e del piccolo Di Matteo, sciolto nell’acido dopo una detenzione lunga due anni, rapito con l’inganno dai suoi aguzzini.
Dopo l’arresto, con il doveroso riguardo, hai fatto accomodare il boss sul comodo van, evitando le manette. Tutto sommato sotto braccio è meglio. Non ha corso rischio, nessuna folla inferocita, nessuna monetina, nessun cappio. In questa occasione sei stata proprio corretta e rispettosa, cara Italia.
Il lupo perde il pelo ma non il vizio!
Torniamo a noi. Cara Italia, ci sei cascata ancora, la solita recidiva. Questa volta, però, è necessario discuterne attentamente: come hai potuto innamorarti di quel comico e delle follie che andava predicando? Hai rispolverato il Leviatano, scagliandoti contro tutto e tutti. Il tuo flirt e la sua colonna sonora a base di vaffanculo, si sono rivelati un amore tossico. Cara Italia questa volta hai combinato un bel guaio, assecondando ogni suo colpo di testa.
Dapprima hai mortificato l’esistenza stessa dei partiti politici, con le loro scuole di formazione, i loro ideali e le loro storie. Li hai barattati con dei movimenti anonimi, senza identità, dove le persone diventano un corpo indefinito, chiamato “gente”. Non paga, sei cascata in un’altra trappola, molto più nociva della prima, distruggendo la democrazia in nome della democrazia stessa!
Hai preteso e ottenuto l’eliminazione del finanziamento pubblico ai partiti. Non hai pensato che, così facendo, avresti precluso (fatto puntualmente verificatosi) la possibilità di partecipare alle competizioni elettorali a tutti coloro che, dal punto di vista economico, non possono permetterselo, a meno che non vengano sostenuti con contributi elargiti da privati con privati interessi? (sistema lobbistico utilizzato negli USA).
Ricordi, cara Italia, quando sull’onda della tua relazione malata ti sei improvvisata politico di vecchio corso? Ti sei fatta convincere di non poter fare a meno delle dirette streaming per seguire ogni istante, per votare sulla piattaforma web ogni decisione, per la trasparenza. Ora possiamo ammettere di non averne seguita nemmeno una? Poco importa, non se ne fanno più.
Per fortuna, cara Italia, non sei riuscita a portare a termine il folle proposito del comico sulla democrazia diretta tramite referendum. Prova a pensare, con tutte quelle lauree su Facebook, che belle leggi! Quale soddisfazione nel vedere la firma del tuo meccanico manettaro, di tuo figlio studente indifferente e della tua parrucchiera tuttologa, sulla Riforma della Giustizia!
Probabilmente promossa in seguito a un terribile caso di pedofilia. Una Riforma che ripristina pena di morte e pubblico linciaggio! E come dimenticare la candidata che voleva curare il cancro con l’aloe vera? Cara Italia, come è stato efficace lo slogan Uno vale uno! A cui seguiva la shit-storm contro la Kasta! Che veniva identificata negli attivisti dei vari partiti, quei partiti con cui non saresti mai scesa a compromessi, con cui non avresti mai stretto accordi e alleanze, gli stessi con cui hai governato finché è stato possibile, nella disperata necessità di mantenere lo scranno. Cara Italia, com’è stato repentino il passaggio dall’Uno vale uno all’Uno vale l’altro.
A brigante, brigante e mezzo
Gli amori estivi, si sa, sono così: ogni estate ha il suo ma i tuoi, cara Italia, lasciano un po’ a desiderare; sei passata dal comico al buffone. Hai mollato l’aloe vera e hai afferrato il mojito lì, sulla spiaggia, dove ti sei lanciata nella difesa dei sacri confini, dove sei rimasta indifferente ai corpi portati a riva dalla corrente. Cara Italia, hai davvero creduto che il tuo problema fossero gli immigrati? Quelli che lavorano i tuoi campi, che curano i tuoi vecchi, che pagano le tue pensioni e ti abbassano l’età media nazionale. Ti sei fatta trascinare dal buffone a sviluppare il turpiloquio sul web, a diffamare i suoi oppositori anche quando minorenni. Cara, Italia, questo flirt è stato più veloce ma altrettanto deleterio. Ha presto lasciato il posto al successivo, non molto diverso, almeno un po’ meno sbraitante.
Sbagliare è umano, perseverare è diabolico
Cara Italia, non credi sia giunta l’ora di capire che per avere una relazione stabile e duratura, non devi scegliere quello che ti studia, analizza i tuoi umori e ti dice quello che vuoi sentirti dire? E non puoi nemmeno optare per quello che ha assunto lo stesso atteggiamento del primo, ma si indica come scelta migliore solo perché è più buono e ti fa credere che la tua scelta sia limitata a loro due.
Cara Italia, un amore va costruito, c’è bisogno anche di fiducia reciproca. Non puoi credere che siano tutti uguali, non puoi pretendere di essere sempre al top, non puoi pretendere di vedere appagate tutte le tue esigenze e subito, una relazione duratura nasce da un progetto, ci vuole progettualità a lungo termine! Come diceva Fossati, la costruzione di un amore, spezza le vene delle mani, mescola il sangue con il sudore, se ne rimane.
Cara Italia, sei grandina e sei anche capace di essere Grande, come hai dimostrato nei momenti più difficili. L’estate è finita, è giunto il momento di dare un giro di vita alla movida e tornare a scuola, dove devi affrontare l’anno con serietà e fiducia nei docenti che cercano, con tutti i loro limiti, di impartirti il migliore degli insegnamenti. La scuola, ovviamente, la puoi scegliere tu ma, una volta fatto, porta avanti il tuo impegno e i tuoi obiettivi con la responsabilità necessaria per un risultato più che sufficiente.
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1 commento
Bellissimo.. finalmente tanta pura e semplice verità. Grazie!