Di Rodolfo Carelli
Col più lodevole degli intenti quello del rinnovamento della classe dirigente la Segretaria nazionale del PD si prefigge di non oltrepassare i due mandati regionali così come stabilito per legge nei comuni. Parrebbe questo parallelo darle ragione ed evitare deroghe possibili se non ci fosse una constatazione generale su cui la cecità della nostra classe dirigente e di qualsiasi estrazione politica non si è mai soffermata. Eppure la presenza nella Costituzione di una perla quale è quello Stato delle autonomie come autentica scuola per la formazione di nuova classe dirigente dal basso fino alle più alte cariche dello Stato, s’imbatte, rispetto ad una democrazia federativa come la nostra che è quella tedesca, ad una flessibilità che in ogni momento consente gli avvicendamenti senza pagare prezzi esorbitanti come la barriera legislativa prevista nel nostro Paese che implica lo scioglimento delle rispettive assemblee quando il vertice per qualunque motivo viene a mancare. Un handicap che sarebbe intollerabile in un Paese i cui leader nazionali vengono attinti dai maggiori protagonisti nei lander o nelle grandi città. Evitando inutili digressioni è ormai prevalente e producente per la partecipazione popolare il vertice elettivo ma anche questo integrato consente di abbattere la barriera esistente. Sorprende che per i nostri più affezionati ammiratori del sistema americano non si vada oltre ai fasti celebrativi hollywoodiani mentre passano sotto silenzio misure di garanzia e di continuità politica come l’introduzione del ticket nell’esecutivo da eleggere, che io estenderei a tutto lo stato delle autonomie in previsione che a destra come a sinistra si configureranno almeno due alleati. Da noi suggerirei ad Elly di auspicare nell’accoppiata di introdurre la diversità di genere come espressione di piena solidarietà verso le donne. Ed ancora dal modello americano si dovrebbe trarre la garanzia di un Senato in cui ogni stato, qualunque sia il numero degli abitanti, elegge 2 senatori per sottolineare il compito comune di garantire l’unità del Paese. E qui ancora si dibatte sulle autonomie differenziate ( prodotto bossiano degli albori) quando il Covid con tutti i suoi morti e disfunzioni esige improrogabilmente una struttura a rete “solidale ”il nuovo asse culturale di vere e responsabili autonomie, garantendo i servizi essenziali in tutto il Paese grazie ad una nuova Camera delle autonomie prestigiosa in Italia ed in Europa a partire dalla rappresentanza paritaria di ogni regione! Non conviene a nessuno rinverdire una spaccatura Nord-Sud e finora la voce più autorevole che si è levata, cara Elly, è stata quella di De Luca, su cui puoi contare senza bizantinismi! Piuttosto per non fare il bis della regione Lazio, se non c’è un ricambio condiviso, la condizione riservata che metterei a De Luca di tirare la volata fino al momento più opportuno per il ricambio con la sua vice!