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Autore: Gian Paolo Pelizzaro e Rossella Pera
Dieci giorni esatti dopo lo scadere dell’ultimatum dei presunti rapitori di Emanuela Orlandi, il SISDE, la Squadra Mobile e la DIGOS di Roma ebbero la netta sensazione di aver imboccato, finalmente, il filone investigativo giusto. Quello che avrebbe potuto, dopo poco più di cinque settimane dalla inspiegabile e inquietante scomparsa della quindicenne cittadina vaticana, dare una svolta alle indagini, fino a quel momento impantanate nelle sabbie mobili della richiesta di scambio della ragazza con il detenuto Mehmet Ali Ağca, il terrorista turco condannato all’ergastolo per aver attentato alla vita di Papa Giovanni Paolo II a piazza San Pietro, mercoledì 13…
Premessa L’ultima telefonata di Emanuela Orlandi è un mistero. A distanza di 40 anni, nonostante le varie indagini, inchieste e procedimenti penali, non si sa a che ora sia stata fatta né da dove. Parliamo della telefonata che la ragazza quindicenne avrebbe fatto chiamando il numero fisso 06 6984982 abbinato alla sua abitazione all’interno della Città del Vaticano al secondo piano del palazzetto di via Sant’Egidio adiacente alla Porta Sant’Anna situata in via di Porta Angelica – quel pomeriggio di quel mercoledì 22 giugno 1983 – per parlare con la madre e informarla di una presunta offerta di lavoro ricevuta…