Al cospetto di tanta gente, giunta a Firenze per protestare contro un gruppo di giovani di estrema destra che avevano aggredito alcuni studenti del Liceo Michelangelo, ed era giusto, ma in realtà per prospettare un pericolo fascista che non é all’orizzonte, si sono abbracciati, in segno di ritrovata e piena armonia, con l’ecumenica sovrintendenza di Landini, la Schlein e Conte. Questi due, anzi tre, intendono costruire un fronte unitario. La Schlein appare sempre più nelle vesti di un’emissaria stile anni sessanta (ci mancava anche l’eskimo), Landini del sindacalista politico (ma quando i sindacati torneranno ad occuparsi dei salari e delle pensioni anziché di una misteriosa recrudescenza del fascismo?), Conte di quel che è, una volpe velocissima, neanche fosse D’Annunzio, a trasferirsi da destra a sinistra in un battibaleno e preservando la poltrona. Un patto a tre, dunque, all’orizzonte. Che mette subito in evidenza alcune contraddizioni e pericoli. Sgranando gli occhi sugli anni settanta, viene alla mente la teoria dei compagni che sbagliano e della violenza che è solo di destra. Perché il trio non organizza una manifestazione anche a Torino dove gruppi di anarchici insurrezionalisti mettono a ferro e fuoco la città ferendo alcuni poliziotto mentre a Milano le foto della Meloni e di Valditara vengono esposte a testa in giù? Il vecchio Pci l’avrebbe fatto. Era in prima fila, con un inizio traballante, nella lotta all’estremismo di sinistra violento. Ma altri tempi, altra professionalità, altre intelligenze. Il trio resta indifferente e si volta dall’altra parte. La preside di Firenze aveva avvertito il clima di ritorno agli anni di piombo. Il trio non può che scivolare sulle posizioni dei Cinque stelle. Non é chiara quale sarà la scelta della Schlein sull’Ucraina. Penso che non sconfesserà quella precedente del Pd ma l’abbinerà a un accorato anelito di pace. Romano Prodi, l’esponente tuttora più lucido del Pd e dintorni, e che ha già consigliato alla “compagna segretaria” di pensare al programma del partito e non alle alleanze, ha recentemente dichiarato che solo un accordo diretto Usa-Cina può fermare la guerra garantendo, come poi sostiene lo stesso recente piano di pace avanzato da Pechino, l’integrità territoriale dell’Ucraina. Si tratta di un fronte destinato alla sconfitta. Pensare che la sinistra possa prevalere sulla destra senza gli elettori moderati significa non conoscere la storia dell’Italia. Ad ogni modo il patto di Firenze non ci interessa. Mette insieme massimalismo e populismo. Vocazioni di ritorno a vecchie ideologie tramontate e impulsi radicali. Un insieme di Corbyn e di Podemos. Non so cosa farà il Psi di Maraio, ma i socialisti liberali guardano altrove.
- Associazione socialista liberale
- Cose di provincia
- Dai teatri e altro
- Dal mondo
- Economia e Lavoro
- Il Mondo è Bello perché è Avariato
- Giustizia
- Il Corriere della Pera
- Il senno del post
- In evidenza
- Istituzioni e territorio
- L’editoriale
- L’occhiodelbue
- Parliamo di noi
- Pillole di cultura
- Politica
- Politique d’abord
- Prampoliniana
- Prima pagina
- Redazione
- Route El Fawari
- Sanita
- Sorpasso
- Sport in pillole
- Storia socialista
- Suffrangetta

Direttore. Nasce a Reggio Emilia nel 1951, laureato in Lettere e Filosofia all’Università di Bologna nel 1980, dal 1975 al 1993 é consigliere comunale di Reggio, nel 1977 é segretario provinciale del Psi, nel febbraio del 1987 è vice sindaco con le deleghe alla cultura e allo sport, e nel giugno dello stesso anno viene eletto deputato. Confermato con le elezioni del 1992, dal 1994 si dedica ad un’intensa attività editoriale (alla fine saranno una ventina i libri scritti). Nel 2005 viene nominato sottosegretario alle Infrastrutture per il Nuovo Psi nel governo Berlusconi. Nel 2006 viene rieletto deputato nel Nuovo PSI. Nel 2007 aderisce alla Costituente socialista nel centro-sinistra. Nel 2009 é assessore allo sport e poi all’ambiente nel comune di Reggio. Dal 2013 al 2022 dirige l’Avanti online.
3 commenti
Beh, per il momento i socialisti di Maraio faranno un sit-in l’8 marzo davanti all’ambasciata iraniana a Roma.
E’ a mio vedere apprezzabile il concetto finale di queste righe, laddove il Direttore dice che “i socialisti liberali guardano altrove”, ma bisognerebbe poi sapere quale possa essere l’orizzonte politico cui dovrebbero tendere e indirizzarsi.
Capisco che il percorso da intraprendere richieda gradualità, ma se l’opportuno cambio di rotta significasse un avvicinamento al Terzo Polo, dovendosi tener conto dell’attuale contesto politico, qualche problema potrebbe forse porsi.
Infatti, se non ho inteso male, il Terzo Polo si sarebbe diviso sulla partecipazione alla giornata di protesta fiorentina, il che starebbe a dire che una sua parte punta ancora sull’inesistente “pericolo fascista”, il che non può non far riflettere.
Paolo Bolognesi 06.03.2023
ben tornato alla lotta, ora la nostra parte vincerà
così Victor Lazslo a Rick Blain nel Film Casablanca