di Leonardo Raito.
Negli ultimi giorno stanno facendo discutere le rivelazioni di Giuliano Amato sulle responsabilità di Ustica. L’ex premier riferisce infatti che ad abbattere il DC9 dell’Itavia sia stato un missile sparato da un caccia francese che cercava, in realtà, di colpire un aereo sul quale si trovata Gheddafi di rientro in Libia. L’aver centrato l’aereo civile sarebbe stato un errore legato a un’operazione militare nell’ambito del patto atlantico mirante a togliere di mezzo un dittatore che era elemento destabilizzante dell’ordine bipolare. Il coro di sdegno rispetto alla situazione prospettata da Amato, in realtà è un coro di sdegno tardivo. Già una quindicina di anni fa, infatti, Cossiga per primo aveva parlato della questione, scoperchiando alcune delle pentole più segrete delle vicende della guerra fredda (Gladio ad esempio) mettendo in evidenza che, nella logica del mondo bipolare e delle alleanze esistenti, si potevano spiegare situazioni altrimenti prive di significato agli occhi dell’opinione pubblica. Su Ustica, una tragedia drammatica, hanno agito molti depistatori e un velo di menzogne, false testimonianze, coperture, non ha consentito di pervenire a una verità autentica né in sede storica né in sede giudiziaria.
Che Amato parli oggi, non è uno scandalo. Molto spesso persone anziane che hanno avuto ruoli di centrale responsabilità si sentono di dover puntualizzare qualcosa su vicende oscure. In fin dei conti, non hanno più niente da perdere e pensano, forse, di avere un debito nei confronti dell’opinione pubblica o, magari, nei confronti della storia.
Una quindicina di anni fa parlai con un amico generale, finissimo storico militare oggi scomparso, che mi disse che su Ustica la vicenda era esattamente quella raccontata da Amato. La cosa negli ambienti militari si sapeva, ma gli ambienti militari avevano giurato fedeltà allo stato e l’interesse dello stato, durante la guerra fredda, era quello di difendere gli interessi dell’alleanza atlantica cui l’Italia apparteneva ed appartiene.
Sarà difficile avere conferme ufficiali, documenti, e certezze giuridiche, potendo mettersi in gioco tutto un sistema di responsabilità di vario genere. Ma un velo omertoso è definitivamente squarciato e, forse, a 40 e più anni di distanza, pur con il necessario rispetto per i famigliari che meriterebbero la verità, sarebbe opportuno che una parola certa sulla storia di questa vicenda drammatica venisse messa. Amato, in fondo, a questo ha dato un ulteriore contributo.
Leonardo Raito