Di Fabrizio Montanari
La “Roccaforte Rossa” di Guastalla, fin dai primi anni del Novecento, ha rappresentato una importante realtà nell’ambito del socialismo padano. Comune di riferimento politico, sociale ed economico della Bassa reggiana. Guastalla, posta sulla sponda destra del fiume Po, si è volutamente sempre distinta nella difesa della sua specificità di antica e nobile terra dei Gonzaga. A partire dagli ultimi anni dell’Ottocento la sua vita e il suo sviluppo risentirono molto della penetrazione delle idee socialiste evoluzioniste, predicate a Reggio da Camillo Prampolini. A Guastalla dall’avvocato Adelmo Sichel.
Nato il 18 aprile 1857, Sichel, erede di una significativa tradizione familiare risorgimentale e democratica. Dopo essersi laureato a Bologna in legge, decise d’abbracciare le idee socialiste, aderendo al locale Fascio democratico. Fautore del riformismo attraverso lo sviluppo di leghe, cooperative e società di mutuo soccorso, creò i presupposti di un rapido sviluppo economico e sociale della sua città.
Divenuto uno dei principali collaboratori di Prampolini, partecipò al Congresso nazionale del partito di Reggio Emilia del 1893, in rappresentanza della Lega di Guastalla. Durante il periodo della repressione crispina mise la sua attività professionale al servizio della battaglia politica. Difese gli organizzatori dei circoli socialisti della Bassa reggiana colpiti dalle misure liberticide del governo. Tanto fece che, nel 1894, fu eletto sindaco di Guastalla, divenendo il primo socialista a ricoprire questa carica nella provincia di Reggio.
In quel ruolo si occupò molto nella promozione delle opere di bonifica e di difesa idraulica, mentre in campo educativo, incentivò l’istruzione popolare e la scolarizzazione tecnica. L’anno successivo fu eletto anche nel consiglio provinciale di Reggio, assumendone la presidenza per ben undici anni, dal 1911 al 1922.
Il forte rafforzamento dell’organizzazione socialista della Bassa reggiana portò, nel 1897, alla sua elezione a deputato, carica che svolse con passione e grande partecipazione ai lavori della Camera. Per conoscere il suo intenso e appassionato lavoro parlamentare e approfondire la sua personalità di uomo e di politico, consiglio la lettura del libro di Nando Odescalchi Adelmo Sichel, sindaco nella Guastalla tra ‘800 e ‘900.
Nonostante tanti impegni, non trascurò mai l’impegno nei circoli, nelle organizzazioni sindacali e cooperative del suo territorio, tanto da fondare nel 1901 la Federterra, la federazione tra braccianti, mezzadri e affittuari, con sede a Guastalla.
Sichel, insoddisfatto del lavoro svolto dalla vecchia ANCI, promosse la creazione di una associazione degli amministratori socialisti. Si riunì il 16/17 gennaio 1916 a Bologna e portò alla creazione della Lega dei comuni socialisti.
Per sostenere la posizione neutralista del partito, nel 1914 fu protagonista di alcuni infuocati comizi a Guastalla e nei comuni circostanti. Con l’entrata in guerra dell’Italia, si adoperò con tutte le sue forze per alleviare gli effetti economici e sociali del conflitto sui ceti popolari.
A guerra finita la situazione iniziò a precipitare, nonostante i buoni esiti elettorali conseguiti dal PSI. L’attività politica si fece sempre più difficile. Una cupa atmosfera, causata dalle rivendicazioni dei reduci e dalle tristi condizioni economiche del popolo, avvolse la vita cittadina.
Nel 1919, pur ottenendo il partito un buon risultato elettorale, non fu confermato nel suo seggio in parlamento. Il suo posto fu però occupato dall’amico e compagno Amilcare Storchi. Nonostante la sua grande amarezza, continuò a lavorare per sostenere circoli e le cooperative, accanto i compagni di tante battaglie.
Poi gli avvenimenti precipitarono. Il 4 marzo 1921 venne inaugurato il Fascio fascista guastallese, il 4 aprile 1921, gli squadristi entrarono a forza nello studio di Sichel. Devastarono tutto e lo aggredirono, lo bastonarono, lasciandolo alla fine disteso sul pavimento. Dieci giorni dopo la violenza fascista prese di mira la Camera del Lavoro e il Consiglio Comunale, presieduto dal socialista Enrico Macca costretto, come tutto il Consiglio, a dimettersi. Stessa sorte subiranno nel volgere di pochissimo tempo, tutti gli altri comuni della Bassa.
In seguito a una improvvisa e grave malattia che lo costrinse a ridurre del tutto la sua attività politica e professionale. Adelmo Sichel morì a Guastalla il 16 ottobre 1922, procurando grande dolore in tutti coloro che erano stati suoi compagni di viaggio nella lotta per il socialismo. Ora erano costretti a soccombere alla violenza, alle minacce e a vedere svanire un sogno bellissimo.
1 commento
Quanta analogia con la falsa rivoluzione del 94 dove i sindaci e amministratori socialisti furono costretti a dimettersi per il cupo accordo del compromesso storico. Erano fascisti?