per fermare la cancellazione della cultura e della storia socialista e riformista in Italia.
Il Forum Socialista, “Il tempo nuovo dei socialisti riformisti”, indetto per sabato 18 marzo, ore 10.30, a Roma Teatro Capranichetta e promosso da Fabrizio Cicchitto, Claudio Martelli, Riccardo Nencini e Claudio Signorile, che hanno condiviso con Craxi, dai tempi del Midas, l’iniziativa politica del PSI, verrà introdotto da una storica del livello di Simona Colarizi e vedrà la partecipazione di molti socialisti di esponenti riformisti provenienti anche dal vecchio Pci, dal Pd e dal Terzo Polo.
Gli obiettivi che si sono posti i promotori dell’evento sono diversi e ben chiari.
Innanzitutto, reagire al fatto che, dopo la distruzione del PSI messa in atto dal circo giudiziario del Pool di Milano, dal circo mediatico dei quattro principali giornali, dai grandi gruppi finanziari privati e pubblici sino al PCI-Pds, adesso si cerca anche di eliminare il Socialismo italiano, dalla memoria storica della nazione.
Una Cancel Culture all’italiana del riformismo socialista.
Ieri la via giudiziaria attraverso la trasformazione di un sistema di finanziamento irregolare della politica, che riguardava tutti, in un sistema criminale che riguardava solo alcuni, e i socialisti in particolare. Oggi la via della cancellazione della cultura, dalla storia e dalla attualità politica in Italia, mentre i socialisti governano ancora grandi paesi europei.
Sembra quasi che la storia italiana sia stata fatta solo dai democristiani, dai comunisti, e post comunisti, dai fascisti e post fascisti e come se Turati, la Kulishoff, Matteotti, Saragat, Nenni, Pertini, Lombardi, Craxi non siano mai esistiti.
Il paradosso, inoltre, è che mentre a livello scientifico, sul terreno della ricerca, grazie al lavoro di storiche e storici, di fondazioni e associazioni, il racconto della storia va trovando il giusto equilibrio, con l’emersione di verità che erano nascoste, negate, usurpate, dannate, succede invece esattamente il contrario sul terreno mediatico, tra giornali e televisioni, nelle rappresentazioni cinematografiche, nelle scuole, perfino e nel dibattito politico.
Su questo piano è tuttora prevalente una antica egemonia e un conformismo manipolatore della realtà e della verità storica e politica.
È un danno gigantesco per il futuro, non solo per il passato. Perché significa affrontare i drammi epocali dei disequilibri politici e culturali provocati dalla pandemia e dal post pandemia, del ritorno in campo del comunismo (quello cinese, alleato con spietati dittatori nazionalisti quali Putin), del persistente pericolo dei populismi e dei sovranismi, senza la forza ideale e razionale del riformismo socialista e, anche, di quello cattolico.
La cultura riformatrice, socialista e cattolica è l’unica alternativa al conservatorismo liberale, che è la componente più credibile e sarebbe quella più autorevole dell’attuale destra-centro.
Su questo terreno, vista anche la condizione,a nostro avviso, ancor più negativa del Pd, che sembra fuggire dal riformismo, e visto alcune “timidezze”, in tal senso, nel Terzo Polo, c è un drammatico vuoto politico e anche culturale.
Per questo ciò che di socialista rimane in campo, specie sul terreno della riflessione storica e politico culturale, suona un campanello d’allarme e ripropone, aggiornandolo, il suo patrimonio ideale e programmatico e le sue eresie.