Il 1 maggio è la festa dei lavoratori, una giornata che celebra le conquiste sociali e sindacali dei lavoratori in tutto il mondo. Le sue origini fondano le loro radici negli Stati Uniti verso la fine del IX secolo. La data fu scelta in occasione della rivolta di Haymarket Square che avvenne a Chicago nel 1886 e vide la morte di alcuni lavoratori che stavano manifestando per chiedere il rispetto delle otto ore lavorative.
Da allora, il 1 maggio è stato celebrato come il “giorno degli operai” in molti paesi in tutto il pianeta. In Italia, la festa dei lavoratori è stata istituita nel 1945 nell’immediato dopoguerra e con la caduta del fascismo. Rappresenta un momento di riflessione sul diritto al lavoro, sulla dignità del lavoratore e sulla qualità della vita lavorativa.
La festa del 1 maggio è celebrata con manifestazioni, cortei e incontri celebrativi promossi dai sindacati, dalle associazioni di categoria e dagli enti pubblici e privati. I temi principali che si affrontano in occasione della festa, sono la lotta alla disoccupazione, la difesa dei diritti dei lavoratori, la riduzione dell’orario di lavoro e il miglioramento delle condizioni di sicurezza e igiene sul posto di lavoro.
Purtroppo i numeri sempre alti di morti per incidenti sul lavoro (1090 nel 2022 e 1221 nel 2021) ci dicono che il vero problema del lavoro, prima ancora di quello legato alla contrattualistica e alla stabilità del rapporto, è proprio quello della sicurezza sul quale, evidentemente, si deve fare ancora molto specie sul piano della prevenzione.
E il primo maggio prima di ogni cosa deve essere un momento di riflessione e di meditazione per le tante vittime che vengono ogni anno mietute.
Senza la soluzione di questo drammatico problema il percorso di affermazione dei diritti dei lavoratori, della evoluzione legislativa, dei miglioramenti contrattualiistici, iniziato alla fine dell’ 800 non ha più molto senso e sono convinto che Brodolini sarebbe d’accordo.